
"L’Università fa i conti con il calo degli iscritti Patto con i Comuni per affitti agli studenti"
di Pino Di Blasio
"Sarà un anno complicato, soprattutto per il calo delle immatricolazioni. Il dato nazionale, meno 3,3% di iscritti al primo anno dell’Università, 306.763 studenti contro i 317.282 delle matricole dell’anno scorso, si riverbera in misura diversa negli atenei. Ma la flessione è ovunque".
Roberto Di Pietra, rettore dell’Università degli studi, non ha ancora i dati definitivi delle immatricolazioni dell’ateneo, anche perché c’è tempo fino al 28 febbraio per iscriversi alle lauree magistrali. "A Siena la percentuale è più alta, circa il 7%. L’anno scorso gli iscritti erano 16.344 di cui 3.202 matricole. Quest’anno ci saranno 200 iscritti in meno al primo anno".
Qual è il motivo principale?
"La crisi economica, il costo della vita aumentato, l’inflazione. Ciò che ha fatto il Governo per venire incontro alla crisi energetica andrebbe fatto per aiutare le famiglie a iscrivere i figli all’università. Oggi è diventato un costo insostenibile per tanti"
La Conferenza dei rettori farà una proposta?
"Il Governo ha stanziato 250milioni di euro in più per borse di studio, nel periodo 2023-2024. Ma gli atenei non hanno ricevuto nulla, siamo in attesa dei decreti attuativi. C’è un gap temporale che vanifica gli effetti, i soldi arriveranno quando il calo di iscrizioni c’è già stato".
Non ha pesato il fatto che il ritorno delle lezioni in presenza ha fatto lievitare i costi?
"E’ inevitabile, ma l’esperienza universitaria è in presenza per natura. Altrimenti saremmo tutti atenei telematici, che fanno università per business. Le Università statali fanno ricerca, garantiscono formazione per tutti e su tutto, sono pubbliche nel senso più etico del termine".
Conviene ancora iscriversi all’Università, visti i costi?
"Se guardiamo i dati sulle opportunità di lavoro, un laureato trova impiego più facilmente e a livelli salariali più alti. L’Italia ha bisogno di laureati e laureate, siamo al 22% di percentuale sulla popolazione attiva, mentre la media europea è al 30%. Inoltre i report nazionali e le graduatorie premiano Siena perché i nostri laureati trovano lavoro ancor più velocemente di altri".
Un bonus per le famiglie più in difficoltà andrebbe nella direzione del merito...
"Dato che il Governo ha fatto del merito una bandiera, sarebbe un bel segnale. Con interventi mirati anche sul diritto allo studio, posti letto e borse".
Questo è un tema rovente per Siena. La situazione delle mense e delle case dello studente è gravemente critica.
"E’ colpa di una contingenza straordinaria che dobbiamo invertire in fretta. Oggi c’è una sola mensa su due, e ha bisogno di lavori urgenti. Ci sono tanti interventi in atto per ristrutturare le case dello studente, la conseguenza è il dimezzamento dei posti letto disponibili. Se uniamo a questo la diminuzione di alloggi in affitto per studenti, perché ai proprietari conviene più affittarli con Airbnb, il quadro è pesante. Gli studenti sono espulsi dal mercato con i senesi".
Trent’anni fa si progettarono dei campus universitari nei Comuni vicini, a Monteriggioni e Asciano. Rispolvera l’idea?
"Serve una prospettiva di area vasta, ragionare con i Comuni vicini e su quartieri meno centrali per trovare immobili da usare per l’housing universitario. Tra l’altro c’è una misura del Pnrr che finanzia progetti di riconversione di spazi per far nascere studentati. Se ai progetti aggiungiamo idee di mobilità di area vasta, più autobus e più treni, con una specie di metropolitana di superficie da Monteriggioni e da Monteroni, le soluzioni sarebbero vantaggiose per tutti, dai Comuni agli studenti".
Si aspetta tempi lunghi?
"Il bando c’è, mi aspetto iniziative di privati per riutilizzare i tanti spazi vuoti in città e nei Comuni vicini. I lavori nelle case dello studente a Siena termineranno tra due anni. Sono 1.333 posti letto nelle residenze, oggi ne mancano circa 600. Con il bando si potrebbero trovare un altro migliaio di posti letto. Con il Diritto allo Studio bisognerà pensare anche a contributi per gli affitti agli studenti".
Un’altra priorità dell’Università di Siena sarà valorizzare i progetti sulla ricerca.
"Facciamo parte degli atenei di élite. Aver ricevuto tante risorse è un elemento di responsabilità. Devi usarle per fare cose importanti, c’è un cronoprogramma per i 9 progetti. Ora faremo acquisti di strutture, perciò abbiamo chiesto alla Guardia di Finanza di aiutarci a vigilare".
Come sarà l’Università tra tre anni, alla fine dei progetti?
"Questi progetti dovranno lasciare delle strutture che cammineranno con le loro gambe. Faccio l’esempio del centro di calcolo, un high performing computer con elevatissime capacità di calcolo che sarà gestito da una fondazione privata. Erogherà servizi all’Università e ad altri, dal Biotecnopolo ai grandi gruppi. In pratica venderà ore di calcolo. Il supercomputer costerà 11milioni di euro di partenza, troverà spazio all’interno dei laboratori Tls, vicino al SaiHub. Che potrebbe essere la cordata che lo gestirà. Il centro di calcolo partirà alla fine dell’estate, compreremo l’hardware, con i soldi del Ministero e dei gestori privati. In Toscana solo Pisa ha un supercomputer, nel sud della Toscana e in Umbria saremo gli unici fornitori per chiunque abbia bisogno di capacità e velocità di calcolo".