Lupa, il rione della luce. Dall’Eldorado a J’adore Dino. Festa per novecento fra video e fuochi d’artificio

Giochi di colori e d’acqua dentro le fonti, quattro regine accolgono il fiume di contradaioli. Giubbetto di stoffa dorata per il fantino, giacche sfolgoranti per capitano e mangini .

Lupa, il rione della luce. Dall’Eldorado a J’adore Dino. Festa per novecento  fra video e fuochi d’artificio

Giochi di colori e d’acqua dentro le fonti, quattro regine accolgono il fiume di contradaioli. Giubbetto di stoffa dorata per il fantino, giacche sfolgoranti per capitano e mangini .

di Laura Valdesi

SIENA

Oro che luccica. E abbaglia. Un mondo sfolgorante su cui la Lupa ha alzato il sipario quando ieri ha iniziato a calare la sera. E il rione, acceso dalle luci e dall’abbigliamento dei contradaioli, è diventato bagliore. "Sarà una festa che parla dei lupaioli e del Palio vinto. Senza riferimenti ad altri luoghi lontani o storie fantastiche, concentrata sulla meraviglia del presente e sull’immensa gioia che ha pervaso tutta la nostra Contrada", il coro unanime che si levava ieri da Vallerozzi prima di tuffarsi nella notte di luce. Quasi 900 persone, un torrente di giovani e bambini, di anziani uniti dal successo dell’Assunta che ha il sapore della meraviglia. Un’escalation di felicità da cui si sono sprigionate, fino alle 1 passate, luce e oro.

Il golden carpet corre giù per Vallerozzi fino a piazzetta Felici, guidando i senesi nel cuore della festa, in Fonte Nuova. Ecco il mondo dorato della Lupa declinato in dodici scene. In nessuna però i protagonisti del successo entrato nella storia del Palio. Poi un bagliore. Sì, sono loro. Per Velluto, sommerso dai selfie, è stato relizzato un giubbetto dorato come i tre giri che gli hanno regalato la prima vittoria. E dorate sono anche le giacche del capitano Giulio Bruni e dei suoi mangini. Un fascio di ’luce’ che si sposta e anima ogni angolo della festa con stand per brindare e mangiare. Come dimenticare, poi, le quattro sontuose regine all’ingresso di piazzetta Felici che dall’alto delle loro saggezza dominano il ’rione della luce’. A salutare i contradaioli e i senesi anche Marisa Bertini, che ’regina’ per la sua Lupa (e non solo) lo è da sempre.

Vibrano i palazzi. Mentre dentro le fonti è tutto un gioco d’acqua e luci mentre le case tutto intorno rimandano immagini di gioia e di oro grazie al video mapping. La commissione coordinata da Giacomo Sensi e Gabriele Bartalucci ha voluto meravigliare: un breve video a metà serata e in cielo fuochi di artificio per segnare l’inizio della musica che scatena senesi e contradaioli. Si balla allo Studio 72 Gold, ci si diverte al campo nomadi ricoperto d’oro, mentre c’è ’Benitos, il pianeta della gioia’ dove un gioco di specchi riproduce il barbero della gloria al centro della scena. E ancora: il musical con ballerini dorati, Chorus line. Il mondo onirico fatto di magia e meraviglia, poi ’J’adore Dino’, il fantino acclamatissimo da tutti. Il Benitos palace, una sorta di casinò stile Las Vegas con tanto di cappella per finti matrimoni. E i piccoli lupaioli? C’è gioa anche per loro nella zona riservata nel pratino, accessibile però solo ai genitori. I novizi? Pazzi di felicità, i ragazzini fra i 13 e i 17 anni, che si godono l’Eldorado, luogo leggendario dove si troverebbero immense quantità d’oro. Un metallo prezioso che pervade simbolicamente la festa. In realtà, il bene più grande che la Lupa possiede, è un’unità che solo le grandi vittorie sanno regalare.