È uno dei massimi esperti italiani di storia dei trasporti e in particolare del sistema ferroviario (di cui è peraltro un convinto fruitore da sempre). Stefano Maggi, professore ordinario di storia contemporanea all’Università di Siena, ha un’idea chiara sull’ipotesi della stazione MedioEtruria. "Il rapporto di Rfi, redatto da tecnici di alto livello, è molto chiaro, la soluzione possibile è Creti", sottolinea Maggi.
Quali secondo lei le motivazioni più plausibili? "Intanto una questione di metodo: tutti avevano detto che si sarebbero rimessi alle decisioni del tavolo tecnico. Nel merito, si può partire dalla questione finanziaria: Rigutino 127 milioni, Creti 79 milioni".
Eppure Rigutino c’è già una stazione. "Appunto, andrebbe rifatta perché servirebbe quella per i treni in linea e quella per l’alta velocità. I costi salgono".
Arezzo sostiene che proprio questo è il punto di forza, l’integrazione ferro-ferro. Non è così? "Con tristezza, da utente di treni, dico che non è così, come dimostra ampiamente MedioPadana. Non si può prendere un Frecciarossa e poi essere legato alla rigidità di orari dei treni locali. Infatti a Reggio Emilia si usano altri mezzi, privati o i Freccia Link".
Però questo non è un limite in ottica di sostenibilità? "Bisogna distinguere tra ciò che vorremmo e ciò che è nella realtà. I viaggiatori dei Frecciarossa cercano un servizio completo, se ti devi preoccupare delle coincidenze o delle lentezze di altre mezzi, è finito tutto il vantaggio".
Come valuta la presa di posizione netta della Regione per Rigutino? "Non la ritengo corretta, la Regione non mi pare abbia le competenze per ribaltare l’esito di un tavolo tecnico di alto profilo come quello messo in piedi da Rfi".
Siena fin qui è stata piuttosto tiepida, forse perché la stazione è sentita come lontana da gran parte della provincia? "Sarebbe una rivoluzione nei trasporti, consentendo di arrivare a Roma in due ore invece dele tre ore e venti di adesso. Mi sembra molto chiara l’importanza di questa partita".
Perché Rigutino no, invece? "Non è centrale, se non per Arezzo. E non è la scelta di Perugia che è l’ago della bilancia decisivo per garantire i numeri necessari all’operazione. Questo aspetto mi sembra sia sottovalutato da molti".
C’è chi invoca il ritorno delle fermate dei Frecciarossa a Chiusi, come soluzione. "Se rimettono i treni veloci a Chiusi bene, ma non è questa la partita centrale. E poi, semplicemente, servono risorse: la Regione Lazio, per esempio, paga per far fermare una coppia di Frecciarossa a Orte. A Chiusi si fermeranno solo se la Regione sarà disponibile a pagare".
E la questione del Blues diretto Siena-Roma? "È fattibile se si decide di tagliare uno o più Firenze-Roma regionali e si inserisce quello di Siena. Spero che, in tutto questo, si lavori per mettere in piedi l’Agenzia di mobilità regionale con tecnici specializzati".
Orlando Pacchiani