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Maltratta i genitori, vuole soldi per la droga

Padre e madre avevano sopportato tanto. Anzi, davvero tutto. Offese, minacce, anche gli schiaffi. I soldi spariti, gli oggetti d’oro...

Padre e madre avevano sopportato tanto. Anzi, davvero tutto. Offese, minacce, anche gli schiaffi. I soldi spariti, gli oggetti d’oro che non c’erano più perché servivano per acquistare sostanze stupefacenti. Una situazione familiare particolarmente delicata, un figlio diventato aggressivo perché aveva bisogno di aiuto. Di uscire dal tunnel nel quale era finito. Non era bastato l’amore, forte e solido, incondizionato, dei suoi cari. Era stato arrestato nel novembre scorso, tanti allora gli episodi emersi che tratteggiavano una situazione di maltrattramenti. Persino di estorsione nei confronti della madre, poi la resistenza a pubblico ufficiale. Ieri l’uomo, 31 anni, che vive sull’Amiata, è stato condannato ad un anno e 4 mesi in continuazione con un’altra avuta precedentemente. Soprattutto è già stata chiesta la sanzione sostitutiva della comunità dai suoi difensori Alessandro Betti e Leandro Parodi.

La situazione difficile era emersa il 28 novembre scorso. La madre, così avevano ricostruito i carabinieri intervenuti sul posto, era stata costretta a consegnargli le chiavi della macchina. Al suo no l’avrebbe spinta dalle scale colpendo successivamente anche il padre. Voleva la birra, per forza. Aveva proferito minacce pesanti, anche di morte se non gliela portava. Erano arrivati invece i carabinieri, lo avevano arrestato. Non senza difficoltà. Tanto che aveva chiuso più volte il braccio del militare nella porta di casa per evitare che entrasse, arrivando al punto di sputargli.

Era poi emersa l’odissea della famiglia. Di quei genitori a cui chiedeva continuamente denaro per comprare la droga. E se riceveva un no erano botte, schiaffi. Aveva portato via anche oggetti d’oro, erano costretti a nascondere bancomat e portafoglio per evitare che prendesse il denaro. Nel 2023 avrebbe addirittura minacciato la madre con un coltello da cucina. Adesso la seconda condanna e la richiesta di una comunità per tornare a vivere.