Siena, 13 settembre 2019 - Maltrattamento di animali al palio di Asti, chieste ieri 19 condanne per fantini e proprietari. Un’inchiesta nata nel 2014, dopo i controlli a sorpresa svolti nelle scuderie dove si trovavano i purosangue pronti a correre in piazza Alfieri, che ha visto il pm Laura Deodato invocare la pena di due mesi. Solo per un paio di imputati, Alessio Migheli che correva nella Torretta e il proprietario del cavallo con cui partecipava al palio piemontese, Paolo Pierini, difesi dall’avvocato Antonio La Marca, anche l’accusa ha chiesto l’assoluzione.
Un’udienza fiume quella di ieri, conclusasi intorno alle 17, che tuttavia non è bastata per mettere la parola fine ad una vicenda che si trascina da cinque anni. Ne servirà ancora un’altra, il 28 novembre, per consentire le controrepliche del pubblico ministero e quelle dei legali, prima che il giudice si ritiri per la decisione. Ad Asti ieri anche l’avvocato Luigi De Mossi, difensore di Luigi Bruschelli e del figlio Enrico che ha fatto un’arringa in cui ha smontato, passo dopo passo, le accuse per cui il pm ha chiesto 2 mesi e 20 giorni.
La condanna è stata invocata dunque per Antonio Villella, che era stato ingaggiato quell’anno da Baldichieri sul puro di Laura Coda Zabetta, per Dino Pes che correva per San Secondo e il suo collega Giuseppe Piccinnu che difendeva i colori di San Silvestro sul puro di Livio Vedele, anche lui imputato. Valter Pusceddu secondo il pm deve essere condannato (era in San Paolo), come Maurizio Farnetani che indossava il colori di San Martino San Rocco, con un soggetto di Mario Cottone, anche lui sotto processo. Due mesi e 20 giorni sono stati chiesti dal pm per Andrea Farris (San Pietro) che era sui soggetti di Patrizio Serra e Alessio Scaglione. Giuseppe Zedde partecipava per San Lazzaro ed era anche proprietario dei purosangue, mentre Enrico Bruschelli montava in Castell’Alfero su un soggetto del padre Luigi chiamato in causa anche come fantino di Tanaro a cui era stato affidato per correre un puro di Sebastiano Murtas. Condanna chiesta inoltre per Alessandro Chiti (S.Marzanotto) e Silvano Mulas (Cattedrale). Due mesi infine la pena richiesta per Gianluca Fais (Don Bosco) che montava il cavallo di Antonio Binello.
E’ stata battaglia in aula anche perché mentre l’intero processo è risultato impostato sul test Elisa si è scoperto invece che non era questo il metodo impiegato ma si era proceduto alla spettrometria di cui, hanno rimarcato i difensori, mancavano i referti. I riscontri oggettivi, insomma, limitandosi ad un documento excel sul quale un tecnico di laboratorio avrebbe annotato i risultati. «Sono stati violati i diritti della difesa – hanno tuonato in molti – ci siamo concentrati su un metodo, era stato usato uno diverso».