
Per un trauma facciale alla donna finita nel mirino del figlio erano stati dati quindici giorni di prognosi, una volta andata al pronto soccorso
Siena, 19 febbraio 2025 – Qui non c’entra il rapporto madre e figlio. Un litigio ci può sempre stare. Anche il fare la voce grossa. Discutere animatamente e smettere di parlarsi, andarsene di casa sbattendo la porta. Tornando nel cuore del notte quando è un po’ sbollita. Non ci sono momenti facili, a volte, nelle famiglie. Dietro il comportamento di un giovane straniero che vive da una vita in Valdelsa c’era tuttavia un’eccessiva aggressività. Un comportamento da bullo e da chi si può permettere di vivere (e stare) sempre sopra le righe. Tanto lui era il più forte, quello che insultava e teneva tutti in scacco. Anche psicologicamente. Dopo la denuncia dei genitori, esasperati, la madre in particolare che era la sua vittima preferita, hanno cominciato a respirare. A leccarsi le ferite di una convivenza da fantascienza. Per cui il 24enne, difeso dall’avvocato Manfredi Biotti, è stato condannato ieri dal giudice Simone Spina a 3 anni e mezzo. Le accuse erano lesioni e maltrattamenti commessi per mesi nel corso del 2023.
Era arrivato al punto di accusare la donna di andare a letto con i vecchietti di San Gimignano dietro compenso, 50 euro. Non l’unica volta in cui le aveva dato della poco di buono. Aggettivo usato anche nei confronti della sorella per l’abbigliamento. Ne aveva per tutti. Li umiliava. E li teneva in scacco. Aggredirli e sputare loro non era insolito. Anzi. E se non si facevano refertare, quando quel ragazzo che si trasfigurava alzava le mani, era perché temevano di subire ritorsioni peggiori.
La madre, comunque, era sempre nel suo mirino. Sosteneva che avesse relazioni con altri uomini, al di là di andare a letto (non era vero, ovviamente) con i pensionati della città turrita. E quando la donna gli aveva rovinato una maglietta, la reazione fu prenderla per i capelli intimandole di consegnargli 50 euro come riparazione dello sbaglio. Senza contare quella volta che girava in casa con un coltello infilato nei pantaloni, un segnale intimidatorio verso i familiari. Aveva nuovamente preso per in capelli la donna provando ad infilarle in bocca delle pillole. Minacciando di morte il padre: se fosse tornato a casa l’avrebbe ucciso con il coltello.