
Una Rsa (foto di repertorio)
Siena, 10 maggio 2023 – Un comportamento poco ortodosso. Se non ubbidivano oppure erano poco reattivi alle sue indicazioni scattava lo strattone. Un colpo sul collo, magari. Chi ha avuto un proprio caro in una residenza sanitaria sa bene invece di quanta pazienza e attenzioni hanno necessità gli ospiti. A volte capricciosi, per carità, con pretese che vanno oltre. Pur sempre, però, lontani dalla loro casa perché da soli lì non potevano più restare. Con stati d’animo da capire e interpretare. Anche questo è il compito di chi assiste le persone nelle Rsa. Il modo di fare del 41enne che lavorava alla ’Nilde Jotti’ di Monteroni d’Arbia, era pertanto finito sotto la lente dei carabinieri. Avevano messo anche le telecamere interne alla struttura filmando il comportamento dell’uomo a contatto con gli anziani. E quello che avevano visto, oltre ad ascoltare le testimonianze, era per gli investigatori e per la procura un reato: maltrattamenti.
L’operatore sanitario che lavorava da anni per una cooperativa, difeso dall’avvocato Giuseppe Moroni, aveva chiesto il rito abbreviato. Così ieri alle 15,30 si è svolta la discussione davanti al gup Ilaria Cornetti. A ricostruire la vicenda e dunque le accusa è stato il pm Silvia Benetti che al termine della requisitoria ha chiesto la condanna a 2 anni e 4 mesi per il 41enne. Una soltanto la parte civile, assistita dall’avvocato Angela Di Bitonto perché un anziano ospite della Rsa che si era costituito nel giudizio è nel frattempo deceduto. Un’’udienza lunga dove il difensore dell’imputato ha chiesto l’assoluzione con formula piena avendo da sempre rivendicato che non ci sono stati maltrattamenti da non confondere con atteggiamenti magari un po’ sbrigativi. Legati probabilmente ai turni massacranti svolti a lavoro e alle mansioni pesanti a contatto con chi ha sovente bisogno di tutto.
L’udienza è terminata poco prima delle 18 con il rinvio del gup Cornetti per eventuali repliche e la sentenza.