Le festività di fine anno hanno messo in evidenza l’esistenza di due Italie, di cui una in difficoltà economica. Osservatorio per eccellenza di questo stato è la Caritas, istituzione della Conferenza Episcopale Italiana, che tra i suoi obiettivi ha anche il raggiungimento della giustizia sociale. A dirigere dal 2019 la Caritas della Diocesi di Montepulciano, Chiusi e Pienza è Giuliano Faralli, poliziano di 64 anni, figura con una consolidata esperienza nelle istituzioni, nell’impresa e nell’associazionismo. "La nostra competenza si estende su tredici Comuni della Valdichiana Senese e Valdorcia – spiega Faralli –, che totalizzano circa 75mila abitanti; attualmente assistiamo oltre 750 famiglie, per un totale di quasi 2.200 persone, di cui il 65% italiane. Distribuiamo settimanalmente 450 borse-spesa, del valore di circa 25 euro ciascuna, contenenti cibi ma anche prodotti per l’igiene della persona e la pulizia della casa. Abbiamo inoltre istituito un fondo farmacologico, per la distribuzione gratuita di medicine da banco. C’è chi deve scegliere tra mangiare e curarsi".
"Per quanto riguarda l’emergenza abitativa – prosegue Faralli – diamo alloggio e utenze a circa 70 persone, di cui 50 ucraini, altrimenti senza casa".
Le categorie più esposte?
"I soggetti soli, gli anzianisoprattutto i vedovi, ma anche giovani separati o divorziati, in difficoltà con il mantenimento delle famiglie d’origine. Si rivolgono a noi, vincendo la vergogna o presentandosi la sera, quando l’ufficio chiude, anche professionisti o artigiani che non riescono più a mantenere la propria attività".
E quali le cause del dissesto?
"Il Covid ha prodotto gravi danni economici, altre cause sono le dipendenze e i problemi psichiatrici".
Di quali strumenti disponete per valutare le singole situazioni?
"Abbiamo un contatto quotidiano con le rete delle assistenti sociali, valutando le singole dichiarazioni Isee; ci rapportiamo poi con le parrocchie, i Comuni e le forze dell’ordine; ma molto importante è l’ascolto, il dialogo diretto, per il quale siamo formati e costantemente aggiornati". Su quali risorse fate affidamento?
"Il nostro budget annuale è di circa 200mila euro di cui la metà proviene dalla Cei, grazie all’8 per mille, l’altra metà è composta dai contributi di alcuni Comuni, di altre istituzioni, di aziende e sponsor e dalla generosità di benefattori privati. Alcuni alloggi sono messi gratuitamente a disposizione dai proprietari".
È una situazione sostenibile?
"Si avverte la mancanza dello Stato: c’è un modello economico e sociale che non funziona più, solo lo Stato può invertire il trend, invece sembra appoggiarsi alla nostra buona volontà, ma noi non possiamo sostituirci al sistema pubblico".
Diego Mancuso