
Per un attimo avevano pensato anche a una nota ufficiale per provare a smentire quell’idea balzana e a invitare tutti a non tirare la Fondazione Mps per la giacca nella trattativa tra Ministero dell’Economia e UniCredit sul marchio Monte dei Paschi. Ma poi il presidente e il direttore generale della Fondazione, Carlo Rossi e Marco Forte, hanno preferito far cadere la cosa, limitandosi a rilevarne l’incongruenza dell’ipotesi di trasformare il brand nell’icona di un polo culturale che dovrebbe gestire le opere d’arte di Rocca Salimbeni e di UniCredit.
"Nessuno ha mai avanzato una proposta del genere alla Fondazione - affermano presidente e direttore - e sarebbe anche fuorviante, una presa in giro. La Fondazione Mps ha già il marchio, nella trattativa con UniCredit va valorizzato il brand a livello commerciale e finanziario. Infine, quanti dipendenti dovrebbe avere questa Fondazione culturale? Una trentina? E cosa sono in confronto ai 2.600 dipendenti della direzione generale a Siena".
Rossi e Forte rivelano che mesi fa era stato prospettato un progetto simile a livello governativo, addirittura con il passaggio del marchio alla Fondazione. Ma non si trasformò mai in qualcosa di più di una voce. Anche perché la Fondazione, che ha un numero esiguo di azioni Mps, nell’ordine dello 0,0034%, preferirebbe che il brand storico venisse tutelato e indicasse un’attività bancaria. E’ uno degli asset nella trattativa, nella fase iniziale l’ad di UniCredit Andrea Orcel aveva fatto intuire che la sua intenzione era valorizzare il marchio. Che può far comodo in caso che tutta, o buona parte della rete commerciale del Monte, finisse al gruppo di piazza Gae Aulenti.
Per quanto riguarda le ritrosie della Bce sul mantenimento del marchio, ruotano soprattutto sul principio di continuità aziendale. Bruxelles e Francoforte vorrebbero che nascesse una nuova banca, anche per risolvere tutte le grane del recente passato, dalle cause legali ai crediti deteriorati. Ma può essere sufficiente l’addio del titolo Mps dalla Borsa e l’aggiunta di ’gruppo UniCredit’ negli sportelli con il marchio, per superare le resistenze europee.
Tornando alla Fondazione, Palazzo Sansedoni non disdegnerebbe avere in gestione anche le opere d’arte di UniCredit. "Per ora - afferma il direttore Forte - stiamo lavorando per definire il perimetro del patrimonio culturale di Banca Monte dei Paschi. Ci sono 30mila opere che vanno da capolavori del Sassetta alla forchetta d’argento del ’700. Se ci fosse anche l’idea di gestire il patrimonio di UniCredit, ben venga. Ma la politica non cerchi alibi sul marchio da tutelare".
Pino Di Blasio