Non sta a noi decidere quanto siamo nello spirito giusto dell’essere contradaioli, ma possiamo certo giudicarci in virtù dei nostri maestri. Su questo penso di essere a pieni voti, con esempi di altre generazioni che hanno lasciato un segno indelebile. Se poi non ho visto lontano era solo perché dei giganti stavano sulle mie spalle. Probabilmente chi mi ha salvato in certe occasioni in cui stavo per abbandonare ogni pretesa di appartenenza è Mario Toti, un dragaiolo libero per idee e per vita, che mi ha fatto comprendere con il suo esempio che il motto "Menti aperte, porte aperte" è una sorta di percorso da lui già intrapreso da sempre.
Mario Toti, già primario di Malattie Infettive, medico sportivo, si è permesso di girare il mondo con la sua professione, eppure quanto sentimento contradaiolo: vicario, presidente di Società, Capitano (trivittorioso). Eccolo ritratto da Augusto Mattioli nel fatidico 1992. Mario mi ha fatto capire che dobbiamo avere una telecamera aperta sul mondo, con l’obiettivo della curiosità, pronta al particolare, a quella bella diversità che si chiama Contrada. Non un vicolo cieco, ma una strada dove guardarsi attorno, dando alle cose, compreso il Palio, una sua giusta importanza. E quando la vita lo ha voluto toccare con cattiveria, la sua reazione è ancora una volta maestra di vita.
Grazie Mario per la tua capacità di vedere le cose nelle giuste proporzioni. Lo avranno capito quelli "o Palio o morte!"? Chissà, intanto lui con ineffabile strategia, sorrideva sempre alle possibili avversità. Ha vinto il Palio perfetto, quello dell’agosto del 1992. Era la carriera delle corazzate Istrice e Torre, con un Drago che gli addetti ai lavori vedevano già arreso dalle strategie basate sulla potenza economica. Inesorabilmente spacciato. E il terzo giro è una lezione per tutti. Per questo continuo esempio di come afferrare la vita, di averla come palcoscenico, mi ha salvato la vita di contradaiolo, che non significa gonfia retorica e stretta visione di orizzonti, ma solo aggiungere bellezza alla vita. E allora sono restato.
In tanti urlano una loro verità, ma quanto spreco camminare con una gamba sola, quando ne hai un’altra pronta a portarti un po’ ovunque. Sempre a disposizione della città, per un consiglio, un’idea, una via di uscita. Questo è Mario Toti, che ha fatto della Contrada un posto migliore. Si parla del mondo, ma se apri quel suo cassetto segreto trovi sempre un fazzoletto dai tre colori.
Massimo Biliorsi