Siena, 27 gennaio 2019 - «Eravamo insieme sull’elicottero. Lui il pilota. La prima grande esercitazione di protezione civile, si svolse qui a Siena, a Pian del lago», ricorda Leonardo Bonelli scorrendo le foto. Erano i primi anni ’90, infatti, quando conobbe Maurizio Scarpelli, il 53enne fiorentino che ha perso la vita venerdì nello schianto nei cieli sopra il ghiacciaio del Rutor, a 2500 metri di quota nel vallone de La Thuile, in Valle d’Aosta. Trasportava alcuni sciatori, impegnato in un servizio di eliski. «Ho volato con lui più volte ma ci ho anche lavorato, effettuando le riprese dall’alto per vari servizi sportivi», aggiunge Bonelli. Ha lasciato il segno Scarpelli, anche a Siena. «Aveva un modo di fare spicciativo, a volte un po’ burbero ma era molto simpatico», aggiunge Filippo Franchi della Misericordia. Che non nasconde l’emozione per la scomparsa di questo infaticabile pilastro della Protezione civile toscana, attivo nel settembre scorso nella lotta contro le fiamme sul Monte Serra. «Un vero professionista: serio, molto scrupoloso. Attento. Volava sugli elicotteri da quando era ragazzino. Non credo che l’incidente possa essere stato per colpa sua», aggiunge.
Alla Misericordia di Siena lo conoscevano in molti. «Grazie anche al padre, scomparso qualche anno fa. Il 17 gennaio 1991 – riavvolge il nastro dei ricordi Claudio Contri, attuale economo dell’Arciconfraternita – per la festa di Sant’Antonio Abate ci fu in sostanza il battesimo della nostra protezione civile. Iniziavano all’epoca gli sbarchi degli albanesi in Italia, ci mandarono in un campo che li accoglieva. Il coordinatore per le Misericordie era Renato Scarpelli. Ci vide lavorare, rimase ben impressionato. Da lì nacque un’amicizia oltre che una collaborazione che ci ha portato a partecipare a numerose missioni internazionali con la sua associazione, l’Avirdim. Ovviamente c’era anche il figlio, Maurizio appunto. Siamo stati un paio di volte a San Pietroburgo, in Romania, in Albania. Esperienze importanti e forti. Un amico fraterno, Maurizio».