Omicidio colposo e violazione delle norme anti-infortuni, in particolare la violazione del decreto legislativo 81 del 2008, le accuse rivolte dalla procura nei confronti dei due indagati per la morte di un meccanico 23enne, il 19 aprile scorso all’esterno della ditta ’Elle Emme’ alle Tre Berte, nel comune di Montepulciano. Manuel Cavanna, questo il nome del ragazzo che ha perso la vita e che viveva con la famiglia alle Chianacce, venne colpito al torace da un profilato in ferro utilizzato per sbloccare l’autoarticolato sul quale gli indagati e la vittima stavano lavorando. L’inchiesta coordinata dal sostituto Elisa Vieri, intervenuta sul posto subito dopo la tragedia insieme al procuratore Andrea Boni, è stata chiusa nel giugno scorso. E oggi si svolgerà l’udienza davanti al gup Chiara Minerva che dovrebbe chiudere la vicenda dal punto di vista penale. Il titolare di 69 anni della ditta di Centoia, in provincia di Arezzo, per cui Cavanna lavorava che lo considerava come un figlio, è difeso dall’avvocato Luca Fanfani. Il 47enne residente a Chianciano che era invece al volante della motrice con semi-rimorchio telescopico è assistito dagli avvocati Giacomo Gonzi e Roberto Romagnoli. Entrambi gli accusati hanno scelto la strada del patteggiamento a cui avrebbe prestato già il consenso il pubblico ministero. Oggi dovrebbe dunque trattarsi di un’udienza relativamente breve.
Per quanto riguarda invece l’aspetto del risarcimento – anche se nessuna cifra potrà lenire il dolore di una perdita così grave – la famiglia si è affidata all’avvocato Gabriele Zampagni.
La.Valde.