Medici, le nuove sfide: "Dignità e retribuzione. Così questo lavoro tornerà attrattivo"

Roberto Monaco è stato rieletto alla guida dell’Ordine professionale "Le sempre più frequenti aggressioni ai danni di sanitari sono il segnale di un rapporto oggi incrinatosi, problema culturale".

Medici, le nuove sfide: "Dignità e retribuzione. Così questo lavoro  tornerà attrattivo"

Professione medica

Roberto Monaco è presidente dell’Ordine dei Medici, Chirurghi e Odontoiatri di Siena da dodici anni, dalla prima elezione nel 2012 ad oggi e la settimana scorsa gli oltre 3.300 iscritti all’Ordine, chiamati al voto per il rinnovo delle cariche, l’hanno confermato alla guida per altri quattro anni.

Dottore, cosa esce da questa tornata elettorale?

"La coesione della professione in questo grande territorio. Del resto la lista vincitrice comprende le varie anime della professione: medici di medicina generale e pediatri di libera scelta, medici ospedalieri e universitari, specialisti ambulatoriali, giovani medici e pensionati e poi odontoiatri. Tutti hanno abbracciato la stessa etica deontologica riconoscendosi in una lista unica: la professione medica a Siena è unita e persegue gli stessi ideali".

Quali sono le prossime sfide?

"Ripartiamo dalla necessità di una sempre maggiore integrazione fra ospedale e territorio, fra la sanità territoriale e l’attività ospedaliera. Due facce della stessa medaglia che purtroppo oggi più che mai devono fare i conti con la carenza degli organici, ma anche con la necessaria valorizzazione delle professioni mediche, in modo da renderle più attrattive: i giovani di oggi sono cittadini del mondo, conoscono le lingue e sono pronti ad andare dove le condizioni di lavoro sono migliori. E oggi tanti neolaureati vanno altrove e sempre più vanno all’estero".

Come si rende attrattiva la professione?

"Da una parte, senza dubbio, con una migliore retribuzione: siamo fra i medici meno pagati in Europa, dietro di noi c’è solo la Grecia. Poi migliorando le condizioni di lavoro, a partire dalla dignità professionale: nemica è la malattia non il medico, che invece è il garante della salute. Le sempre più frequenti aggressioni ai danni di sanitari sono il segnale di un rapporto oggi incrinatosi, una problema culturale e fiduciario per cui occorre un’alleanza con i cittadini. L’aggressione non è solo il gesto violento, è anche verbale ed è mortificante per la dignità professionale. Fatto sta che il Paese deve investire di più in sanità: chi vive meglio, in salute, lavora e produce anche di più. Senza considerare che la sanità ha un enorme indotto economico sul Pil del Paese".

Quali professioni mediche faticano di più oggi?

"Senz’altro l’emergenza-urgenza: le (mancate) iscrizioni al via del percorso di studi alla scuola di specializzazione di Siena parlano da sole. Siamo pronti a sederci al tavolo insieme alle Aziende (sanitaria e ospedaliera) e all’Università per affrontare il problema. Ma in sofferenza sono anche i medici della medicina generale sempre più in balia della burocrazia e in affanno con turni di lavoro massacranti".

Infine, è di questi giorni la notizia che il direttore generale D’Urso lascerà l’Asl Sud Est per andare alla Provincia di Trento. Un altro problema?

"Perdiamo un grande professionista, formidabile collante di tre province. Detto questo, la sanità è fatta dai professionisti che vi lavorano e quella toscana è fra le migliori in Italia. In vista della sostituzione mi auguro che la scelta del governatore sia di continuità, ovvero ricada su chi conosce un territorio tanto vasto e complesso come quello della Toscana Sud".

Paola Tomassoni