
L’assessore Luca Barberini
Perugia, 28 agosto 2018 - E’ stato attivato un procedimento disciplinare nei confronti della dottoressa che ha pubblicato su Facebook frasi razziste contro i migranti. Lo ha fatto sapere il direttore generale della Usl Umbria 2, Imolo Fiaschini, dove il medico lavora. La dottoressa del Pronto soccorso di Spoleto, sulla pagina social ‘Doctorsinfuga’ era intervenuta in un dibattito sui migranti commentando con la frase «andrebbero annegati al largo». Il post, che ha scandalizzato molti camici bianchi presenti nel gruppo (circa 40mila iscritti), aveva fatto velocemente il giro del web ed era stato diffuso in particolare dalla blogger Selvaggia Lucarelli. Ora la dottoressa dovrà risponderne: «Gli atti verranno trasmessi all’unità d’ufficio competente che farà le valutazioni del caso – ha spiegato il direttore generale –; per l’azienda sanitaria si tratta di dichiarazioni di estrema gravità».
Nei confronti della dottoressa, che sarà chiamata a difendersi, inizierà un processo disciplinare interno. Le sanzioni previste dal contratto nazionale sono di varia natura e vanno dal rimprovero al licenziamento. Nel post-choc, la donna proseguiva sostenendo che «non esistono diritti umani per quattro negracci che ci invadono e arrivano con Nike e tute firmate e trippe piene, so con la scabbia ma per chissà quali violenze perpetuate». Queste parole «se confermate rappresentano una violazione del codice deontologico e del giuramento professionale fatto», dichiara il presidente dell’Ordine dei medici della provincia di Perugia, Graziano Conti.
Sulla vicenda interviene anche l’assessore regionale alla Salute, Luca Barberini: «Ho appreso con sgomento le assurde e vergognose frasi razziste, diffuse attraverso i social network, da un medico in servizio presso il pronto soccorso dell’Ospedale di Spoleto. Affermazioni di questo genere, che non rispettano la dignità delle persone, non sono mai tollerabili e risultano ancora più gravi se fatte da chi ricopre certi ruoli e dovrebbe essere impegnato a garantire un servizio pubblico essenziale, come la tutela della salute».