REDAZIONE SIENA

Mercoledì nuovo tavolo. C’è grande attesa

Il leader di Azione ha incontrato i lavoratori indicando la sua ’ricetta’ per evitare la chiusura del sito senese "Far valere la clausola del Golden power, abbassare i costi energetici del settore e portare un nuovo prodotto".

Mercoledì nuovo tavolo. C’è grande attesa

Il leader di Azione ha incontrato i lavoratori indicando la sua ’ricetta’ per evitare la chiusura del sito senese "Far valere la clausola del Golden power, abbassare i costi energetici del settore e portare un nuovo prodotto".

di Cristina Belvedere

SIENA

Applausi e cori dei lavoratori, ma anche qualche protesta, hanno accolto ieri pomeriggio il leader di Azione Carlo Calenda, che ha voluto fare visita al presidio allestito davanti allo stabilimento Beko di Siena, per portare solidarietà ai 299 operai di viale Toselli. Forte della sua esperienza come manager e soprattutto come ministro allo Sviluppo economico nel Governo Renzi, Calenda ha subito attaccato: "Il ministro Urso ha preso in giro gli operai, perché il Golden power non salvaguarda occupazione e siti produttivi. Le crisi aziendali si possono risolvere oppure no, ma non si può mai mentire ai lavoratori – le sue parole –. Oltre all’interrogazione che abbiamo presentato, nel question time chiederò al ministro Urso la lettura della clausola del Golden power. Se emergerà che ha mentito, chiederò le sue dimissioni".

Incalzato dai lavoratori, Calenda ha poi elencato quelli che, secondo lui, sono i passi necessari a tutelare i livelli occupazionali: "In ogni caso il Governo deve minacciare la sanzione pari all’1% del fatturato di Beko, ma al contempo deve anche invogliare alla reindustrializzazione del sito con un abbassamento dei costi energetici – ha detto –. L’elettrodomestico può essere infatti associato ai settori energivori come quello dell’acciaio, in modo da tagliare del 15% la spesa per l’energia". E ancora: "Oggi sono qui tra voi per aumentare l’attenzione sulla crisi di Beko Europe – ha sottolineato il segretario di Azione –. Si tratta di una crisi complicata da risolvere, perché in questo settore ogni ipotesi di reindustrializzazione resta comunque in capo alle multinazionali. E’ quindi necessario da una parte minacciare la sanzione contenuta nel Golden power e dall’altra invitare Beko a investire in prodotti più avanzati in cambio della riduzione dei costi energetici". "L’Italia ha tanti fondi a disposizione, basti pensare ai miliardi disponibili per la Transizione 5.0 – ha aggiunto Calenda –. E’ comunque inammissibile che non si sappia cosa si sono detti il Governo e Beko".

Incalzanti gli interventi dei sindacati. Il segretario di Fim Cisl Siena, Giuseppe Cesarano, è stato il primo a parlare: "Il settore dell’elettrodomestico può essere associato agli ammortizzatori sociali straordinari? Dobbiamo guadagnare tempo per poter lavorare alla reindustrialiazzazione del sito".

Più ampia la prospettiva di Massimo Martini, segretario Uilm Siena: "La nostra vertenza ha una valenza nazionale, ma anche europea. L’Europa deve mettere dei limiti alle multinazionali... ". Spietata l’analisi di Daniela Miniero, segretaria Fiom Cgil Siena: "Il ministro Urso ci ha mentito, lo diciamo dall’inizio, ma siamo stati accusati di allarmismo. Al tavolo a Roma si è scoperto che il Golden power è una semplice raccomandazione del Governo alle multinazionali. Abbiamo perso fiducia nelle istituzioni, che dovrebbero rappresentarci. Non vogliamo fare strumentalizzazioni, ma abbiamo bisogno di chiarire le responsabilità, per impegnare il ministro Urso a mettere in campo un percorso finalizzato a guadagnare tempo e a favorire la reindustrializzazione del sito". Calenda ha concluso: "La vertenza Beko coinvolge 2mila lavoratori in Italia, una cifra mai vista prima, enorme rispetto a quelli che di solito sono esodi incentivati. Serve tenere alta l’attenzione e che, oltre all’iniziativa lodevole di Dario Nardella, qualcuno del Governo vada in Turchia a parlare con Arçelik".