MASSIMO CHERUBINI
Cronaca

Microgomma, controlli sui rumori Duello di dati tra Arpat e azienda

Montepulciano, i tecnici dell’impresa: "Nessun inquinamento acustico, non rilevati i rumori del traffico"

di Massimo Cherubini

Controlli a sorpresa dall’interno di una camera e dal giardino dell’appartamento ubicato vicino alla ’Microgomma’ di Montepulciano. Li ha eseguiti l’ARPAT per valutare l’impatto acustico che l’azienda produce. Su quattro verifiche, in tre il valore d’inquinamento acustico è risultato ampiamente nei limiti (54 dBA sul valore limite di legge di 65dBA) in uno sono emerse eccedenze nei valori del ’differenziale’. Ovvero la differenza tra il rumore registrato quando è attiva la produzione della società ’Microgomma’ e quando questa è ferma. Questo dato sarebbe risultato, in uno degli accertamenti, eccedente rispetto ai limiti di legge.

Una valutazione è stata eseguita da Arpat a finestre aperte dalla casa abitata da chi è capofila della protesta che lamenta i forti disagi provocati dal rumore dell’azienda che tratta la frantumazione dei copertoni d’auto e camion. Un controversia decennale, con esposti, denunce, interrogazioni da parte di amministrazioni regionali. Ma anche con altre accuse, come quella di inquinamento decadute nel nulla. Ora il confronto, rianimato dalla conferenza stampa convocata dal consigliere regionale della Lega, Marco Casucci, è tutto improntato sull’inquinamento acustico. "A nostro avviso, secondo i rilievi effettuati dai nostri tecnici, il valore differenziale - dicono i dirigenti della ’Microgomma’ - riscontrato da Arpat ci risulta essere viziato. Nel senso che durante il sopralluogo Arpat non ha, a nostro avviso, tenuto in considerazione i rumori derivanti dalle attività limitrofe alla nostra azienda e neppure quelli del traffico in ingresso all’area industriale; rumore che, come prevede la normativa, non deve essere sommato, e imputabile, all’attività posta sotto verifica".

Ed è proprio per questo che la Microgomma ha ritenuto opportuno effettuare, in proprio seppure co tecnici del settore e risultati certificati, le prove fonometriche con i soli impianti accesi e spenti di Microgomma. Perché gli stessi non fossero, in alcun modo, inquinati da altri rumori esterni. "Abbiamo chiesto - dicono i dirigenti dell’azienda - all’ente di controllo (Arpat) di poter far questa verifica, anche a pagamento, come previsto dalla norma. Opportunità che non ci è stata concessa".

Tra qualche giorno cade l’ordinanza emessa dal Comune finalizzata ad avviare a soluzione il problema che ancor oggi, dopo un decennio, se esiste resta da inquadrare e definire.