Telefonava al cellulare. Appariva la scritta ’numero privato’. Parlava come se conoscesse la donna e la vedesse spesso. Faceva apprezzamenti pesanti, volgari e a luci rosse. Era successo una volta, poi un’altra ancora fra il dicembre 2022 e il gennaio 2023. Lasciando la giovane toga – si proprio un’avvocatessa – esterrefatta. Ma anche con la sgradevole sensazione addosso che qualcuno l’avesse davvero messa nel mirino e potesse molestarla, non più solo via cavo ma anche di persona. Non era stata l’unica professionista a cui erano giunte telefonate ’forti’ e provocanti. Anche una collega si era trovata nella stessa imbarazzante situazione a seguito, nel suo caso, di plurime chiamate.
Così le due toghe da paladine dell’accusa e della difesa questa volta hanno avuto loro stesse necessità di ricorrere all’aiuto di un legale per tutelarsi, dopo aver fatto denuncia. Il caso è davanti al giudice Elena Pollini. L’imputato ieri non era in aula, presente invece una delle due avvocatesse costituite parte civile attraverso i difensori Duccio Pagni e Roberto Ivan Picci. In udienza si è scoperto che l’imputato si trova attualmente agli arresti domiciliari per altra causa anche se non sarebbe la prima volta – anzi – che si comporta come con le due legali. Viene depositata documentazione medica sul disturbo della personalità. Ma per ascoltare il racconto delle persone offese e dei testimoni occorrerà attendere maggio quando nell’udienza del 14 saranno sentiti tutti.
La.Valde.