
Caso di molestie sessuali in tribunale
Risponde alle domande del giudice. Composto. Si volta ogni tanto verso il suo avvocato Alessandro Bonasera. Impossibile sentire o anche solo intuire le parole dell’uomo che viene interrogato. Capire come si difende da un’accusa pesante che gli è piombata addosso. E ha stravolto la sua vita. Chissà se ha ricostruito la storia della sua famiglia, che vive ormai da tempo in Italia stando a come parla bene la nostra lingua, quando terminato l’interrogatorio esce dall’aula al primo piano e si confronta con i legali. Il faccia a faccia con il gip Chiara Minerva è avvenuto infatti ieri a porte chiuse. Il pubblico ministero aveva chiesto per l’uomo, all’apparenza poco più che trentenne, la misura dell’allontanamento dalla casa familiare. Che è stata concessa. Per un’accusa molto grave, quella di presunte molestie nei confronti della nipote ancora adolescente che abitava con lui e altri parenti nel medesimo appartamento, in un centro della provincia di Siena. E che avrebbe manifestato segni di disagio. Un reato che ricade in quello più ampio di violenza sessuale previsto dal Codice rosso. L’uomo avrebbe negato tutto. Stando almeno ad alcuni cenni con la testa, seppure composti, da lui fatti nel corso dell’interrogatorio a porte chiuse.
L’inchiesta è ancora in pieno svolgimento, massimo il riserbo per tutelare tutte le parti in causa. Ma un altro passaggio importante avverrà a fine marzo quando, attraverso l’incidente probatorio che è già stato fissato, si cristallizzerà il racconto. I dettagli di una vicenda che deve essere chiarita. E che è già stata uno tsunami per la famiglia.
La.Valde.