Dall’intelligenza artificiale al nuovo umanesimo, dal "cessate il fuoco a Gaza" alla decolonizzazione, fino all’Osservatorio sulla precarietà, la cerimonia inaugurale dell’Università per Stranieri è un viaggio nella cultura, che abbatte frontiere e ostacoli, un viaggio formativo verso emancipazione, inclusione e rispetto. Con la presenza in aula magna di tutti i rettori toscani e del ministro Anna Maria Bernini, la cerimonia inizia con un estratto da ’Lettere a Taranta Babu’, ovvero un professore che è insieme curdo, turco e italiano, legge e traduce in italiano versi turchi nei quali parla un giovane africano, in Italia.
"Questa è la vita quotidiana dell’Università per Stranieri di Siena: traduzione, comparazione, mediazione - inizia il rettore Tomaso Montanari aprendo interventi e prolusioni –. Vederci con gli occhi degli altri, imparare a scambiarci gli sguardi, studiare ogni giorno come i confini ci attraversino".
"La nostra università - il rettore inizia il viaggio della Stranieri – nasce come scuola di lingua e cultura italiana per stranieri, nel 1917, nel mezzo della Grande Guerra. Nel 1992 diventa università e si apre nella diffusione del plurilinguismo e del multiculturalismo. Lo abbiamo fatto innanzitutto affiancando all’insegnamento dell’italiano a stranieri, l’insegnamento di molte lingue agli italiani. Oggi siamo a 14: le ultime arrivate sono ucraino, turco, swaili. E in cantiere ci sono vietnamita, neogreco e l’ebraico. Un nuovo corso di studi, dal prossimo autunno, si chiamerà ’Plurilinguismo, traduzione, interpretazione’. La mediazione culturale continua a sembrarci una prospettiva straordinariamente importante per costruire pace. Alla Stranieri studiamo che le differenze culturali ci sono, per fortuna e sono una cruciale occasione per crescere insieme".
Il viaggio, all’insegna della decolonizzazione politica e culturale, passa per il ricordo delle vittime africane dell’occupazione italiana, l’annuncio del nuovo corso in ’Decolonizzazione e sostenibilità. Ambiente, paesaggi, patrimoni culturali’; da gennaio è attivo l’insegnamento di Archeologia e storia dell’arte islamica, con ricordo dei ritrovamenti di San Casciano Bagni. "E’ il lavoro - prosegue Montanari – di una università che decostruisce ogni forma di colonialismo per insegnare a praticare il pensiero critico. Noi crediamo a una università che formi, semmai, alla disobbedienza, intesacome esercizio del pensiero critico".
Il rettore rivendica l’autonomia gestionale e la scelta di mantenere aperti i canali con le università russe, ieri, e con quelle israeliane, oggi. Quindi l’attualità, fra numeri e annunci: "La nostra comunità è cresciuta torrenzialmente. Nei due anni e mezzo del mio rettorato il personale tecnico-amministrativo è cresciuto del 28%. Anche il personale docente è cresciuto moltissimo, e il rapporto docenti-studenti è passato dal 26 a 1 del 2021 al 15 a 1 di oggi. Gli studenti iscritti, dopo il Covid, sono calati (circa 1.600). Ci stiamo preparando per una nuova crescita, che ci aspettiamo con il lancio dei nuovi corsi di laurea".
Poi la ricerca: "All’inizio di questo anno abbiamo inaugurato quattro nuovi centri: su studi coreani, studi catalani, il Cadmo (archeologia) e il Centro Stranieri e scuola; e a breve l’accreditamento del nuovo dottorato in studi di traduzione. Vorremmo poter crescere ancora di più, in tutti i settori. A frenarci sono i limiti di un bilancio troppo stretto. La quota base del nostro Fondo di Finanziamento Ordinario è ferma a quando avevamo un quarto degli studenti, metà docenti, due terzi del personale. Caso non comune, riusciamo a integrare il Fondo con i proventi delle certificazioni linguistiche e dei corsi di lingua italiana (20% del bilancio). E siamo grati al ministro Bernini per averci assicurato per il prossimo trienni, un finanziamento straordinario".
Paola Tomassoni