Montanari non fa alcun dietrofront "Il lutto nazionale? Atto politico"

Il rettore dell’Università per Stranieri contesta la decisione della Presidenza del Consiglio dei Ministri "Non me la sono sentita di dire sì". Interrogazione ai ministri Piantedosi e Bernini. Rischio di ricadute penali.

Montanari non fa alcun dietrofront  "Il lutto nazionale? Atto politico"

Montanari non fa alcun dietrofront "Il lutto nazionale? Atto politico"

"Ho scritto una lettera alla mia comunità, non volevo fare un lancio di agenzia, non volevo fare polemiche pubbliche nel momento in cui c’era un funerale. Ho espresso in tutti i modi il rispetto per la persona umana e per la famiglia, però c’è anche il rispetto per lo Stato e mi risulta che in tanti istituiti pubblici la bandiera non sia scesa, come al Tribunale civile di Siena". Così ha precisato il rettore dell’Università per Stranieri di Siena, Tomaso Montanari, al centro delle polemiche per la sua decisione di non abbassare a mezz’asta le bandiere per il lutto nazionale proclamato dal Governo dopo la morte di Silvio Berlusconi.

Ospite proprio ieri sera del Tribunale per la presentazione del suo libro ‘Se amore guarda’, dedicato al patrimonio artistico e culturale, a margine dell’evento ha chiarito la sua posizione, per la quale c’è stato anche chi ha invocato conseguenze penali, aspetto sul quale il rettore è apparso invece piuttosto tranquillo: "Penalisti e costituzionalisti seri mi assicurano che quell’articolo del Codice Penale invocato da tutta la servitù di Berlusconi (il 650 del Codice penale, ndr) non ha alcuna attinenza con questo caso. Dovevo fare una scelta ed era un sì o un no". E ancora: "Se avessi risposto con un sì – afferma lo storico dell’arte – nel conformismo generale nessuno mi avrebbe chiesto niente. Invece io mi chiedo perché i miei colleghi di tutti gli enti pubblici italiani non si siano fatti questa domanda. Io non c’avrei dormito".

La decisione di proclamare il lutto nazionale secondo lo storico dell’arte sarebbe stata "una decisione politica, non istituzionale". Da qui, la decisione di non aderire. "Non è stata una scelta contro qualcuno o qualcosa – conclude – ma una scelta per la dignità dello Stato. Nella nostra storia in certi momenti ci sono state delle persone che hanno detto di no. Abbiamo dedicato dodici aule ai professori che decisero di non aderire al fascismo, ovviamente non è la stessa cosa, ma come si fa a dedicare delle aule a chi disse di no e poi dire sempre di sì? Bisogna avere il coraggio delle proprie idee". Non si sono fatte attendere le reazioni del centrodestra. I parlamentari toscani di Forza Italia e Lega annunciano un’interrogazione al ministro dell’Interno e dell’Università "per accertare le responsabilità di Montanari e assicurare che l’Università resti un luogo di apprendimento e convivialità apartitico e apolitico", mentre Elena Meini e Marco Casucci, consiglieri regionali del Carroccio lavorano a "un atto da portare nell’aula del Consiglio regionale in cui chiederemo di condannare, da parte di tutti i gruppi politici, questa improvvida decisione. Ci auguriamo che lo stesso rettore rifletta seriamente sull’opportunità di dare le proprie dimissioni".

E per il vertice dell’Università per Stranieri non si escludono conseguenze penali. Pier Paolo Rivello, penalista e professore all’Università di Torino di Diritto penale e penitenziario, nonché procuratore generale emerito presso la Corte di Cassazione, spiega infatti: "Il lutto nazionale proclamato dall’autorità, se non rispettato, è sanzionabile secondo l’articolo 650 del Codice penale, fino a tre mesi di reclusione o con ammenda fino a 200 euro. Essendo quello di Montanari un caso particolarmente noto, probabilmente la procura di competenza verosimilmente procederà al riguardo anche in assenza di denuncia nei confronti del rettore. Se un pubblico ministero legge su un giornale un reato – conclude il penalista – può infatti procedere anche in assenza di denuncia".

Riccardo Bruni