Monte dei Paschi, l’utile sfiora 1,6 miliardi

La Rocca in salute guarda al futuro. La presentazione del terzo trimestre 2024 con l’amministratore delegato Luigi Lovaglio

Monte dei Paschi, l’utile sfiora 1,6 miliardi

La prestigiosa sede del Monte dei Paschi di Siena

Mps, guidato da Nicola Maione, chiude i primi nove mesi dell’anno con un utile di 1,57 miliardi, in crescita del 69% sul 2023, per effetto del miglioramento della gestione operativa e di benefici fiscali per quasi mezzo miliardo prodotti dalle Dta in bilancio. Si tratta, per l’amministratore delegato Luigi Lovaglio, di "risultati solidi, che confermano la capacità di crescita trimestre su trimestre con un’ottima performance operativa e generando capitale e dividendi". Il conseguimento di un utile prima delle imposte di 1,1 miliardi consolida la fiducia di "superare" il target di 1,3 miliardi, con un risultato ora atteso a fine anno, ha detto Lovaglio, "tra 1,3 e 1,4 miliardi". Il terzo trimestre ha contribuito con utili per 407 milioni, superiori ai 323 milioni del consensus, con il margine di interesse che cresce dell’1,8% sul secondo trimestre e compensa il calo del 3,9% delle commissioni. I ricavi dei 9 mesi sono saliti dell’8,3%, a 3,04 miliardi, sostenuti sia dal margine di interesse (+4,7%) che delle commissioni (+10,7%), nel cui ambito ha corso il wealth management (+19,6%).

Il contenimento al 2,5% dell’aumento dei costi ha permesso al risultato operativo lordo di salire del 13,7% a 1,65 miliardi. Lovaglio ha confermato l’impegno a un payout del 75% dell’utile (già accantonati 800 milioni di dividendi) e ha sottolineato la capacità della banca di generare capitale, come dimostra un Cet1 salito al 18,3%: "è bello - ha detto - avere capitale in eccesso perché ci permette di guardarci intorno e cogliere le opportunità che dovessero presentarsi". L’ad della Rocca ha confermato il suo interesse per "le fabbriche prodotto", tra cui la jv con Axa nella bancassicurazione, anche se eventuali mosse non dipendono "solo dalla nostra volontà ma anche dalle opportunità che si presenteranno". In ogni caso, ha detto il cfo, Andrea Maffezzoni, l’acquisto della jv "sarebbe assolutamente gestibile da un punto di vista patrimoniale e porterebbe utili aggiuntivi tra i 60 e gli 80 milioni all’anno". Sul fronte della qualità degli asset, il costo del credito si attesta a 52 punti base e i crediti deteriorati lordi ammontano a 3,6 miliardi, dopo la vendita di un portafoglio di 300 milioni, mentre quelli netti sono stabili a 1,9 miliardi. Peggiora al 4,5% (lordo) e al 2,4% (netto) la percentuale di crediti deteriorati sul totale del portafoglio, che ha visto gli impieghi diminuire del 2%. Tra i ‘tesorettì del Monte ci sono le attività fiscali (Dta) generate dalle perdite del passato: entro il 2028 ne verrà utilizzato un miliardo, con analoga creazione di capitale, e dopo ne resteranno "altri 2", ha detto Maffezzoni. In Borsa Mps si è mossa sull’ottovolante chiudendo in rialzo del 3,11% a 5,37 euro.