Morta ingoiando una pila: "Diteci cosa è successo. Vogliamo tutta la verità"

L’annuncio della famiglia della bimba ricoverata a Siena e deceduta a Massa. Domani l’autopsia disposta dalla Procura apuana: ipotesi di omicidio colposo.

Morta ingoiando una pila: "Diteci cosa è successo. Vogliamo tutta la verità"

La piccola Camilla, 17 mesi, deceduta all’ospedale di Massa il 12 novembre

di Laura Valdesi

SIENA

"Presenterò dopo l’autopsia una denuncia-querela alla procura per conto della famiglia della bambina morta dopo il trasferimento dalle Scotte all’ospedale di Massa. I genitori chiedono chiarezza su quanto è accaduto alla figlia. C’è la ferma volontà da parte loro di sapere come mai è morta. Di cercare la verità", annuncia l’avvocato Vincenzo Bonomei che assiste i due genitori disperati. Camilla aveva solo 17 mesi. Un frugoletto dai grandi occhi neri che viveva ad Asciano. "Il paese e l’intera comunità si sono stretti alla famiglia", assicura il sindaco Fabrizio Nucci. E nessuno mancherà alla messa che il parroco don Luca Vallarin celebrerà per dare l’ultimo addio alla bambina. Non si sa ancora quando il feretro tornerà a casa. Perché domani alle 9,30 si svolgerà l’autopsia a Lucca, disposta dalla procura di Massa che ha aperto un fascicolo. S’indaga per omicidio colposo. Per il momento contro ignoti. Per capire com’è morta la bambina, che aveva ingerito accidentalmente una minuscola pila. Un corpo estraneo che, probabilmente, ha rilasciato sostanze "che hanno avuto poi un effetto lesivo sull’aorta", spiega la nota congiunta del policlinico senese e dell’ospedale del Cuore di Massa. I genitori di Camilla intanto hanno nominato un proprio consulente, il medico legale Leonardo Donati, che domani parteciperà all’autopsia.

La pila era stata asportata dagli specialistici del policlinico, poi le condizioni della bambina sono peggiorate in maniera repentina.

Da qui il trasferimento d’urgenza con l’elisoccorso all’ospedale di Massa perché specializzato, come noto, nel trattamento dei problemi cardiovascolari anche in pazienti pediatrici. "Ma non possiamo omettere – interviene fermo l’avvocato Bonomei – quello che è successo durante il primo accesso alle Scotte, che sarà appurato dalle indagini e che fa nascere perplessità in relazione alla circostanza che la bimba è stata dimessa per poi ricorrere, a distanza di poche ore, nuovamente all’aiuto dei sanitari del policlinico".

Dopo aver lasciato Le Scotte, sembra intorno a mezzogiorno, Camilla si era sentita di nuovo molto male verso le 19,30, stando alla prima ricostruzione dei familiari, tornando d’urgenza in ospedale. Era seguita l’asportazione della pila e sembrava che la piccola paziente avesse recuperato durante il ricovero, dopo due giorni in terapia intensiva. Fino alla crisi che ha portato alla morte della piccola Camilla.

Un caso molto simile al suo è avvenuto quasi in contemporanea, ma ha avuto un iter differente in quanto da Grosseto il bambino di 4 anni, dopo aver allertato il Meyer, è stato trasferito su indicazione di quest’ultimo a Massa, dove gli è poi stata tolta la pila dall’esofago.

Nell’attesa di conoscere la verità sulla morte della bambina, tutta la comunità latino-americana che vive a Siena ha fatto quadrato intorno ai genitori per aiutarli economicamente, oltre che moralmente. Anche ieri pomeriggio due volontarie in centro hanno raccolto piccole offerte che saranno donate alla coppia. "C’è tanta generosità – dicono –, anche da parte dei senesi".