Siena, 3 marzo 2022 - David Rossi, il capo della comunicazione di Mps morto il 6 marzo 2013 precipitando da una finestra della sede della banca a Siena, non cercò la parola 'suicidio' sui motori di ricerca ma ricevette nella sua e-mail testi di newsletter a cui era iscritto dove tale parola compariva. Lo hanno detto investigatori della Polizia postale di Genova ascoltati dalla Commissione parlamentare d'inchiesta. I commissari chiedevano una conferma ad affermazioni dell'attuale procuratore di Siena Nicola Marini secondo cui Rossi prima della morte cercò la parola suicidio 35 volte. Ma da valutazione informatica della Polposta di Genova non risulta.
L'assistente capo coordinatore Augusto Vincenzo Ottaviano della Polposta di Genova ha spiegato che dopo le affermazioni del pm Nicola Marini, audito dalla stessa Commissione nei giorni scorsi, «abbiamo cercato la fonte di queste informazioni, riaprendo quella copia lavoro» ed emerge che David Rossi «era iscritto a numerose newsletter nelle quali riceveva costanti comunicazioni da testate giornalistiche, agenzie di stampa, relative a notizie. Le riceveva spesso in posta elettronica. La parola suicidio o suicida compare molte volte nella sua casella e-mail, ma la parola viene contestualizzata in modo diverso dall'intenzione di togliersi la vita, tipo riguardo a notizie finanziarie di tenore negativo si può leggere di 'suicidio bancariò». Agli investigatori auditi oggi non risulta che Rossi abbia fatto questo tipo di ricerca: «Non vedo traccia di ricerche della parola suicidio» coi motori, ha aggiunto Ottaviano, «però questa attività, se viene fatta, viene registrata dal sistema. I software forensi mostrano con alta descrizione quel tipo di ricerche». L'ispettore superiore tecnico Claudio Di Tursi della Polizia postale di Genova, citando una relazione di altra sezione della Polposta, ha evidenziato che il 6 marzo 2013 Rossi aveva ricevuto alle 16.39 nella sua e-mail un articolo del sito Dagospia relativo a uno studio sul 2012 su soldi, crisi economica e suicidi dove si parlava di otto suicidi al mese. Un testo che sarebbe pervenuto per l'iscrizione di Rossi. Così come alle 12.57 dello stesso giorno 6 marzo 2013 sul computer di Rossi viene visualizzata la foto di denaro e cappio sempre da una url di Dagospia. La Commissione osserva che quindi Rossi non cercava la parola suicidio. «È così?», viene chiesto. «È corretto», rispondono Di Tursi e Ottaviano.
Correa e le sue presunte verità: "Nel suo telefono e nel pc non c'è nulla sui festini"
«William Correa, che sconta una condanna in carcere a 20 anni per aver ucciso una prostituta, afferma di sapere chi sono le persone che hanno ucciso David Rossi. Escusso nel carcere di Massa, lui tergiversa molto, ma dice di conoscere festini a cui pure lui avrebbe partecipato e che coinvolgerebbero ambienti di Siena. Interrogato su questo fa i nomi del magistrato Nicola Marini e di un dirigente Mps" ma comunque "esaminando suoi dispositivi (computer e telefonini, ndr) non c'è nessun nesso con quello che diceva. Nulla che potesse rimandare a festini e a David Rossi", ha detto Claudio Di Tursi, l'ispettore superiore tecnico della Polizia postale di Genova. La Polposta di Genova è coinvolta dalla procura del capoluogo ligure nell'inchiesta parallela nata nel 2019 sui presunti 'festini' a Siena.
Forse risolto il mistero della mail post datata
Sembra venir chiarita davanti alla Commissione parlamentare d'inchiesta l'anomalia informatica per cui la mail 'help' in cui il capo della comunicazione di Mps annunciava l'intenzione di suicidarsi all'ad Mps Fabrizio Viola il 4 marzo 2013 riporta come data di creazione quella del 7 marzo, il giorno dopo la morte da una finestra di Rocca Salimbeni. «C'è una spiegazione plausibile», ha detto l'ispettore superiore tecnico Claudio Di Tursi della Polizia postale di Genova: «Da atti dell'inchiesta di Siena risulta un documento che dice che la Polposta di Siena in data 7 marzo 2013 aveva chiesto alla struttura informatica di Mps di fare estrazione dei server exchange della casella e-mail di Rossi. Questo è stato fatto ed è stato creato un archivio» ed «è in questa operazione che la singola casella di posta viene modificata e perciò troviamo la data del 7» anziché del 4 marzo. «Estrapolare dati incide sulla data di creazione?», è stato chiesto. «Sì - ha risposto Di Tursi -. Microsoft dice che è un modo per agevolare le operazioni di copia». Di Tursi, ricordando che di un pc portatile non è stata disponibile recuperare una copia forense uguale all'originale per un danneggiamento dell'hard disk, ha comunque ricostruito che comunque un «backup parziale dei dati è stato comunque possibile farlo» e dall'hard disk sono emerse le «e-mail dialoghi tra Viola e Rossi, anche la mail Help». Questa e-mail «fu scritta in due versioni. Una è stata cancellata dove diceva semplicemente 'Stasera mi uccidò ed era nella posta cancellata, l'altra è quella 'Stasera mi suicido, aiutatemi !!!!' e venne inviata subito dopo» il 4 marzo 2013.