LAURA VALDESI
Cronaca

Casini, il giallo delle minacce di morte. “Gli autori delle chat chiedano scusa”

Appello della madre del camionista trovato impiccato a Isola d’Arbia a chi si nascondeva dietro falsi profili. L’avvocato Valentini: “Chiederemo nuovamente la riesumazione della salma. Il nostro medico legale parla di anomalie”

Da sinistra l’avvocato Valentini, Ivano e Daniela, genitori di Casini, e la Sciarelli

Da sinistra l’avvocato Valentini, Ivano e Daniela, genitori di Casini, e la Sciarelli

Siena, 4 ottobre 2024 – Un giallo dai contorni sempre più complessi quello di Simone Casini, il camionista di 43 anni di Vivo d’Orcia trovato impiccato dentro il tir, la sua seconda casa. Era il 27 luglio 2022, a Isola d’Arbia, pochi chilometri da Siena. “Non crediamo al suicidio – ha ripetuto la madre dell’uomo, Daniela, mercoledì in studio a ’Chi l’ha visto?’ –, non solo noi. Tutto il paese”. Sostenendo che, oltre alla donna indagata per istigazione al suicidio dalla procura, ci potrebbero essere altri presunti complici. Che magari vivono nella zona. Va verificato se si celavano dietro due falsi profili, di un uomo e di una donna, da cui sono arrivate anche minacce di morte e insulti all’indirizzo di Simone Casini. A svelare le chat è stato l’inviato della trasmissione di Federica Sciarelli. “Non ti fai pena, non ti senti un fallito seduto vicino a tre vecchi”. E ancora: “Davvero ti faccio nero, non ti manderò la polizia ma ben altro”. Poi frasi ancora più pesanti: “Non immagini che sta per succedere a te e alla tua famiglia. Preparati a perdere tutto”. E proprio ad uno di questi profili Casini invia l’ultimo videomessaggio nel quale ammette di aver amato molto Enriquetta (la finta fidanzata avuta per anni ma solo sui social) e, soprattutto, che avrebbero sentito parlare di lui. “Non per il suicidio, però, quanto perché avrebbe detto tutto”, sottolinea l’avvocato Enrico Valentini in studio con i genitori del camionista.

Enriquetta, come si ricorderà, era la fantomatica fidanzata, bella e bionda, che diceva di fare l’infermiera a Saragozza, in Spagna. La procura ritiene di aver individuato chi si celava dietro quel nome e quelle foto rubate da altri profili, indagandola per istigazione al suicidio. Si tratterebbe, secondo ’Chi l’ha visto?’ di una donna di mezza età che vive in Campania. Non risultano ad oggi, però, flussi di denaro. Allora a chi aveva consegnato Simone Casini i soldi, migliaia di euro, che nelle settimane prima di morire aveva chiesto ad amici e parenti? Tutti in contanti, per di più. Qui entra in scena un altro cellulare del camionista, che è scomparso, a cui l’uomo fa riferimento anche in una denuncia del 9 aprile 2022 per presunta sostituzione di persona e per furto d’identità di cui La Nazione aveva già parlato. “Noi non l’abbiamo trovato”, spiegano i genitori Daniela e Ivano. E il datore di lavoro del trasportatore esclude che sia aziendale pur confermando alla trasmissione che Casini aveva un telefono con quel numero.

Una pista che seguono certo gli investigatori è quella di presunti complici. “Mi diceva sempre ’siamo controllati, guarda che ci controllano’. Dalle chat emerge che conoscevano cosa faceva. Il 3 luglio venne a pranzo, c’erano i suoi zii. Quando mi hanno restituito il suo telefono ho scoperto che sapevano che Simone era venuto qui e che c’era la zia”. E alle presunte persone che si celano dietro due falsi profili di un uomo e una donna mamma Daniele chiede : “Vorrei che si facessero avanti, almeno per chiedere scusa”. Poi aggiunge senza trattenere le lacrime: “E qualcuno è anche venuto a piangere a casa mia, quando l’ha maltrattato fino all’ultimo. Se mi ascolta capisce chi è”.

L’avvocato Valentini sottolinea alcuni elementi che accentuano i sospetti dei genitori: “Aveva progetti di vita, Simone. La domenica fece il pieno, lunedì aveva sentito una nuova azienda dove voleva andare a lavorare”. Il padre aggiunge: “E voleva mettere le minigonne alla macchina”. Ancora il legale, evidenziata l’incompletezza delle foto – “non è dato sapere se nelle gambe c’erano macchie ipostatiche come su spalle e fianchi” –, ha svelato che sul collo c’erano due segni, non uno. Il medico legale che ho sentito ha detto che obiettivamente ci sono delle cose che vanno chiarite e delle anomalie. Ho già chiesto in più di un’occasione la riesumazione del cadavere per avere una certezza sulle cause della morte di Simone. E la chiederemo ancora a breve”. Importante conoscere ora il contenuto di cellulare, pc e ipad sequestrati alla donna indagata.