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Morto Bartali, Selva in lutto. Il priore: "Grande persona"

Stroncato da un malore a 49 anni. Mangino e barbaresco vittorioso. I ricordi di Targetti e Sgaibarre

Morto Bartali, Selva in lutto. Il priore: "Grande persona"

"E’ stato il giorno più bello della mia vita e tu eri lì con me. Non ti dimenticherò mai, il mio guardiafantino". Così Antonio Villella, in arte Sgaibarre, ieri ricordava Alessandro Bartali con una foto del trionfo 2003. "Mi sembra di vivere in un incubo. Ciao Sandro. Mi manchi già. Fai buon viaggio. Tvb. Mio mangino e barbaresco vittorioso", il saluto commosso di Gianluca Targetti, capitano dell’Assunta 2015 quando la Selva trionfò con Tittia e Polonski. Bartali era appunto barbaresco. Uno choc per la Contrada la sua scomparsa a 49 anni, improvvisa e prematura per un malore. Una ferita come lo era stata anni fa quella dell’addio al ’Guaspa’, sempre nel cuore dei selvaioli. ’Generale’, chiamavano Bartali, capocannoniere del ’Rinoceronte’. Per tutti era però ’Pipino’ in quanto, spiega il suo amico del cuore Pippo Orsini nel numero unico dello Straordinario del 2000, "se un ragazzetto ha per esempio il carisma di comandare tra i suoi amici potrebbe meritare d’essere chiamato con il nome di un re". "Un grande dolore per la Contrada che perde una grande persona – dice il priore Benedetta Mocenni –. Sempre presente, allegro e gioioso, appartenente ad una storica famiglia di selvaioli. Era vice presidente di Società, è stato tamburino di Piazza a 17 anni quando nel 1992 fu vinto l’ultimo Masgalano. Poi mangino di Alessandro Barabino Zondadari nel trionfo del 2006 con Caro Amico e barbaresco del successo con Polonski. Lascia la moglie e il figlio Pietro, un ragazzo sempre disponibile a cui Alessandro ha evidentemente insegnato valori importanti".

Oggi il riscontro diagnostico su Bartali, che lavorava alla Diesse, poi l’abbraccio della sua Selva quando il feretro arriverà nell’oratorio dove domani alle 10 c’è il funerale. Probabilmente saluterà la Piazza che tante volte l’ha visto protagonista. Anche nel 2000 quando prese il cavallo vittorioso Urban II. "Tutto questo – scriveva all’epoca Orsini – non avviene per fortuna , è questione di talento. Il talento di essere il numero 1. Di primeggiare". Tifoso della Robur, aveva militato anche nella ’squadra’ dei Fedelissimi che ieri si sono stretti alla famiglia.

La.Valde.