LAURA VALDESI
Cronaca

Palio, il rebus del mossiere: decidono i 10 capitani che corrono il 16 agosto. Il ventaglio di ipotesi

La questione sarà affrontata con il sindaco dopo che le tre fortunate saranno state tirate su. In caso di cambio rumors anche su Bircolotti. Ambrosione ha sempre detto di volersi "fermare al momento giusto"

Siena, 7 luglio 2024 – “Il Palio è qualcosa che ha attraversato la mia vita, che l’ha segnata profondamente in positivo. Mai mi sarei aspettato di vivere un’esperienza così e per tanto tempo", diceva Bartolo Ambrosione, il mossiere più longevo del Palio moderno, lo scorso anno a La Nazione prima dell’Assunta. Un uomo che sul verrocchio ha scritto la storia della Festa a cui è sinceramente legato. Ma l’abbassamento del 4 luglio, il 19esimo, è stato al centro di critiche pesanti da parte di molti dirigenti. La voce più forte quella del capitano della Pantera Franco Ghelardi che ha detto di "non parlare per interesse personale ma per il bene della Festa", bollando come "non mossa" quella di Provenzano. E ribadendo che siamo di fronte ad un’"interpretazione palesemente errata" del Regolamento. Nulla di personale contro Ambrosione, dunque, ma "un ciclo è finito", a suo avviso. E anche il sindaco Nicoletta Fabio ha parlato di "problema mossa".

Vedremo stasera se i 10 capitani che corrono il 16 agosto sono dello stesso avviso. E decideranno di salutare Ambrosione dopo averlo ringraziato per stile, signorilità, educazione e aver saputo riconoscere errori che in un ruolo come il suo inevitabilmente si compiono. O se invece decideranno di dare nuovamente fiducia per l’Assunta ad Ambrosione che raggiungerebbe quota 20 Carriere. Non c’è stata una riunione dei 17 capitani ieri sulla questione verrocchio, anche se è chiaro che ognuno di loro arriverà in Comune, oggi alle 19 per l’estrazione a sorte delle tre Contrade dell’Assunta, con un’idea chiara al riguardo.

Cosa succederà dopo che sono state tirate su le fortunate ed il canape del 16 agosto è completo? Lo spiega l’articolo 31 del Regolamento del Palio: "La nomina del mossiere spetta all’amministrazione comunale, su proposta fatta dai capitani". Avviene infatti con un atto della giunta. Il nodo è la proposta: quale sarà il nome portato? Prevarrà l’ipotesi di concludere la stagione con Ambrosione o la spinta al cambio in corsa che, in passato, è avvenuto più volte? Basta pensare al luglio 2003 con il primo abbassamento di Norberto Capozzella a cui venne rimproverato, al di là della partenza con la Tartuca girata, di non essere riuscito ad entrare nello spirito della Festa, interpretando i canapi. I capitani si riunirono: fu bocciato all’unanimità. Questa volta però è completamente diverso. Ambrosione non è stato una meteora. Il suo atteggiamento sempre rispettoso per la Festa. E il Palio l’ha capito bene, anche se lui stesso ha ammesso adesso l’errore.

Un ventaglio dunque le ipotesi per stasera: la conferma di Ambrosione voltando così pagina a partire dai Palii 2025, oppure i capitani possono prendere tempo per riflettere. Come avvenne nel 2003 il giorno dell’estrazione chiedendo al sindaco Maurizio Cenni una settimana, in quel caso però per ufficializzare il nome del post-Capozzella: la scelta alla fine cadde su Daniele Masala. In quattro settimane come avrebbe fatto, si disse, un "novizio" ad acquisire l’esperienza necessaria ad abbassare i canapi senza provocare danni? Oppure i dirigenti che corrono si troveranno d’accordo per voltare pagina. Magari con un ritorno di Renato Bircolotti, dopo la fiammata di polemiche della sua prima volta come mossiere nel Palio della ripartenza quando assolse al compito all’ultimo tuffo per il forfait dello stesso Ambrosione. "Ove i capitani non facciano alcuna proposta, o se questa non venga accolta, o se manchi l’accettazione da parte della persona designata, l’amministrazione procede alla nomina d’ufficio", recita l’articolo 31.

Ma potrebbe esserci anche un’altra ipotesi. "Desidero fermarmi al momento giusto – diceva Ambrosione a La Nazione nell’agosto 2023 – per poter tornare a Siena da appassionato con famiglia e amici. Non si può e non si deve abusare di un ruolo così delicato, la Festa ha anche necessità di rinnovarsi. Quando penso alla cosa so benissimo che c’è un momento nel quale occorre essere capaci di dire ’Signori, grazie infinite’".