Il via libera della Bce sull’operazione Hydra sarebbe in arrivo: è atteso per settembre, una volta che il Tesoro, azionista di maggioranza di Banca Monte dei Paschi, deciderà le forme per ricapitalizzare Rocca Salimbeni con 700 milioni di euro, in grado di controbilanciare il miliardo di asset patrimoniali ceduti ad Amco per far digerire gli 8 miliardi lordi di crediti dubbi.
Tre anni dopo la ricapitalizzazione precauzionale da 5,4 miliardi, il Tesoro si prepara a destinare altri soldi pubblici nel Monte, per convincere la Bce e accelerare il percorso verso l’aggregazione della banca pubblica con un altro istituto, probabilmente italiano. Per convincere Banco Bpm o Credit Agricole, o qualsiasi altro possibile alleato finanziario, è indispensabile alleggerire il fardello dei crediti dubbi e arginare le conseguenze delle richieste di risarcimenti.
La strategia del ministro Gualtieri è sciogliere tutti i nodi contemporaneamente, per presentarsi davanti alla Bce con l’indicazione del futuro partner del Monte. Prima mossa, obbligazioni sottoscritte dal Tesoro, affiancate da bond subordinati da collocare sul mercato, per rimpinguare la dote patrimoniale della banca e soddisfare le richieste di Francoforte. I milioni necessari potrebbero arrivare anche dal miliardo e mezzo stanziato nel Decreto agosto, soldi destinati a sottoscrivere aumenti di capitale e strumenti di patrimonializzazione di società controllate.
Una volta ceduti i crediti deteriorati ad Amco, sarà intensificata la trattativa con l’alleato prescelto. A settembre l’advisor Mediobanca e il consiglio d’amministrazione della Rocca tracceranno il profilo del partner migliore. E sarà anche quella una carta da giocare sul tavolo con la Bce. Infine, per superare le resistenze di chi è spaventato dai 10 miliardi di ’petitum’ per le richieste di risarcimento danni, giudiziali e stragiudiziali, il Governo potrebbe avviare una tratativa con la Fondazione (i 3,8 miliardi di euro chiesti da Palazzo Sansedoni sono quelli a più alto rischio di soccombenza per il Monte) e trasformare quei crediti in azioni Mps. In modo da allargare la platea di soci della banca.
Un pacchetto complicato da confezionare, anche perché la politica non collabora e vorrebbe veder inciampare il ministro in uno dei tanti ostacoli lungo il percorso. Gualtieri vuole tenere fede al suo impegno, uscire dall’azionariato del Monte dei Paschi entro dicembre 2021. Possibilmente prima, se tutte le tessere del mosaico andranno al loro posto. Rocca Salimbeni prevede di chiudere in rosso fino al 2022, l’operazione Hydra dovrà essere approvata in un’assemlea straordinaria da convocare entro dicembre 2020 per la scissione della bad bank. A questo mosaico, però, manca ancora la tessera centrale: quella dell’acquirente del Monte.
Pino Di Blasio