REDAZIONE SIENA

"Mps può essere il pivot nel terzo polo bancario" Maione e il dossier fusioni

Intervista al presidente de ’Il Sole 24 Ore’ sull’uscita del Mef dal capitale "Il Monte può essere protagonista in un’aggregazione con altre banche".

"Mps può essere il pivot nel terzo polo bancario" Maione e il dossier fusioni

La possibilità che Mps possa essere prossima protagonista del risiko bancario spinge i titoli della banca senese a Piazza Affari. Le azioni di Banca Mps salgono: ieri il titolo ha guadagnato anche fino all’1,9% (2,30 euro), poi ha chiuso a + 1,55%, a 2,294 euro. In un’intervista al Sole 24 Ore, il presidente dell’istituto, Nicola Maione, ha detto che Banca Monte dei Paschi di Siena è definitivamente "fuori dal guado" e ora può muoversi in maniera "proattiva" ed essere "il pivot" che può creare "il terzo polo bancario" dietro Intesa Sanpaolo (+0,25%) e UniCredit (+1,19%).

Intanto Banco Bpm guadagna il 2,37% e Bper lo 0,99%, banche che in più occasioni sono state indicate come possibili altre protagoniste del consolidamento del settore in Italia. Gli analisti di Equita rilevano che i messaggi veicolati da Maione sono "sostanzialmente in linea con le recenti dichiarazioni dell’amministratore delegato Luigi Lovaglio, specialmente per quanto riguarda l’aspetto M&A".

In particolare, gli spunti principali dell’intervista indicano che "Mps oggi è una banca con un’ottima solidità patrimoniale e in fase di rilancio sotto il profilo di ricavi e utili. Un’eventuale aggregazione non sarebbe quindi legata a motivi di solidità". Maione ha affermato che "oggi Mps non ha più la necessità di aggregarsi per motivi di solidità ma ci sono invece tutte le condizioni per proseguire a far emergere il reale valore e a guardare in prospettiva". Inoltre, il presidente ha spiegato: "Il nostro auspicio è che Mps possa essere protagonista in un’aggregazione con altre banche. Il Mef ha già dichiarato in diverse occasioni che vuole un’uscita ordinata dal capitale. Montepaschi, nei tempi opportuni, può essere il pivot per creare un terzo polo dietro alle due principali banche italiane, ed essere un’opportunità per creare valore per tutto il sistema economico del Paese".

Inoltre, gli analisti di Equita, tra i punti emersi nell’intervista, segnalano anche il fatto che è stata "confermata la presenza di un obbligo normativo che impone l’uscita dello Stato dall’azionariato della banca, senza tuttavia indicarne una data" aggiungendo che "secondo i rumors, gli accordi stabiliti tra Mef e Ue potrebbero prevedere l’uscita dello Stato entro il 2024".