PINO DI BLASIO
Cronaca

Mps, verdetto rinviato. Il processo d’appello per Profumo e Viola finirà il 27 novembre

Gli ex vertici di Rocca Salimbeni presenti in aula ieri per le repliche. Il sostituto pg Gaballo chiede la conferma delle condanne a 6 anni. Il paradosso delle assoluzioni sui derivati di Mussari, Vigni e altri 11.

Mps, verdetto rinviato. Il processo d’appello per Profumo e Viola finirà il 27 novembre

Bisognerà aspettare il 27 novembre per conoscere la sentenza d’appello della seconda sezione di Milano presieduta dal giudice Maria Rosaria Correra. Un altro mese di attesa per gli ex vertici di Banca Mps, Alessandro Profumo e Fabrizio Viola, e per l’ex presidente del collegio sindacale Paolo Salvadori. Forse si aspettavano il verdetto ieri, visto che Profumo e Viola erano in aula a Milano e hanno ascoltato le repliche del sostituto procuratore generale Massimo Gaballo e dei loro difensori. Per poi conoscere la scelta della presidente Correra di pronunciare il dispositivo tra 30 giorni.

Come avevamo ipotizzato ieri, il pg Gaballo, nella sua replica, ha derubricato la sentenza della Cassazione sul processo parallelo per la ristrutturazione dei derivati Mps per Mussari, Vigni e altri 11 imputati, alla ’non ammissibilità del ricorso presentato dalla procura’, perché non in linea con le richieste che si presentano alla Suprema Corte. In pratica, la procura di Milano ha quasi chiesto un nuovo processo per una fattispecie più ampia di presunti reati. Il fatto poi che la Consob abbia ritirato il suo ricorso, ha evitato che la Cassazione si pronunciasse nel merito della contabilizzazione dei derivati e dei presunti realti conseguenti di manipolazione del mercato, falso in bilancio e falso in prospetto.

Per questo il procuratore ha ribadito la richiesta di conferma delle condanne in primo grado (sentenza del 15 ottobre 2020) per l’ex presidente Mps Profumo e per l’ex ad Viola a 6 anni di reclusione per falso in bilancio e aggiotaggio. Per Paolo Salvadori, invece, Gaballo ha sollevato l’eccezione di incompetenza territoriale, ha chiesto la nullità della condanna a 3 anni e mezzo e il rinvio degli atti al Tribunale di Siena.

I difensori di Profumo e Viola, naturalmente, hanno chiesto l’assoluzione perché il fatto non sussiste, basandosi soprattutto sulla sentenza d’appello per Mussari e Vigni. Per i profani degli arcana imperii della giustizia e dei tribunali italiani, è un paradosso evidente assolvere ex presidente ed ex dg per la ristrutturazione e la contabilizzazione dei derivati Alexandria, Santorini più il contorno di Fresh e Chianti Classico. E condannare i vertici successivi, ma solo per il bilancio semestrale del Monte nel 2015 e solo per il derivato Alexandria. Perché l’eventuale reato per il bilancio 2012 è prescritto, e per i bilanci 2013 e 2014 il giudice di primo grado ha assolto gli imputati. Uno slalom speciale tra paletti stretti e interpretazioni di norme contabili, applicate non solo dai vertici di Banca Mps.

Ultimo appunto, il pg ha chiesto di confermare la condanna anche per Rocca Salimbeni per responsabilità amministrativa a una multa di 800mila euro più il pagamento delle spese processuali, in solido con Profumo e Viola. Il rinvio del verdetto d’appello al 27 novembre avrà come principale effetto l’allungamento dell’attesa per rendere più leggera la zavorra delle richieste di risarcimento de danni, che gravano sui bilanci del Monte per 4,1 miliardi di euro. Un’assoluzione ieri avrebbe consentito all’ad Luigi Lovaglio di corredare di fronte agli analisti e ai giornalisti un bilancio del terzo trimestre, il prossimo 8 novembre, con prospettive ancor più rosee.