
Udienza davanti al gup per la tragedia in località Racciano a San Gimignano Perse la vita l’imprenditore edile Francesco Mannozzi: aveva solo 31 anni.
di Laura ValdesiSIENANon sarebbero stati eliminati i rischi per tutelare l’incolumità degli operai che dovevano lavorare all’intervento di manutenzione straordinaria per consolidare la fondazione di un casale nella campagna di San Gimignano, in località Racciano. Ne è convinto il pm Valentina Magnini che ha concluso l’inchiesta sulla morte dell’imprenditore Francesco Mannozzi, 31 anni, chiedendo il rinvio a giudizio di tre persone. Si tratta della coordinatrice della sicurezza, sia in fase esecutiva che di progettazione, dell’ingegnere strutturista e del direttore dei lavori che era al contempo committente, oltre che legale rappresentante di una società immobiliare. Ieri mattina si è svolta l’udienza preliminare davanti al gup Andrea Grandinetti ma è stato deciso il rinvio a maggio per consentire alle assicurazioni di definire gli eventuali risarcimenti nei confronti delle parti offese. Naturalmente i familiari del giovane che era rimasto sepolto dai detriti a seguito del crollo del solaio della colonica ’Casa del fuoco’ mentre svolgeva lavori di scavo delle mura portanti del casolare. Salvo per miracolo un nigeriano di 33 anni che si trovava vicino a lui e se l’era cavata con oltre 40 giorni di prognosi. Inutili i soccorsi, Mannozzi non ce l’aveva fatta il 22 aprile 2023. Sarebbero state violate, ne è convinta la procura, le norme anti-infortunistiche. Il pm Magnini sostiene che il direttore dei lavori, difeso dall’avvocato Lorenzo Zilletti di Firenze, unitamente all’ingegnere strutturista, assistito dallo studio Ferlin di Lecco, avrebbero mancato di confrontarsi con il coordinatore della sicurezza che era anche direttore operativo e le ditte incaricate dell’intervento di fare un crono-programma delle opere da eseguire per annullare o comunque limitare fortemente gli eventuali rischi dell’intervento. E dunque anche un possibile crollo. Alla professionista valdelsana chiamata ad occuparsi della sicurezza in fase di progettazione ed esecutiva, difesa dall’avvocato Stefano Cipriani, si contesta, fra l’altro, dopo aver inviato la notifica di inizio lavori di non essere stata neppure a fare un sopralluogo nella zona. Un insieme di comportamenti, colposi naturalmente, iniziati in un casolare ’fragile’ e senza aver compiuto in precedenza un consolidamento strutturale. Da ciò sarebbe derivato il crollo costato la vita a Mannozzi e nel quale rimase coinvolto l’operaio nigeriano.