E così si viene a scoprire che il re della tecnologia, l’uomo che viaggia nel futuro, il plurimiliardario Elon Musk, ha un debole per l’antico e le dimore storiche. Sarebbe infatti rimasto stregato dal castello di Montepò, nel comune di Scansano, nel cuore della Maremma, il cui proprietario è Jacopo Biondi Santi, la famiglia che nell’800 ha inventato il Brunello. Stando a quanto scrive il sito Winenews, lo stesso Jacopo Biondi Santi ha smentito la vendita del castello a Musk, ma che l’uomo dei satelliti sia fortemente attratto dalla villa-fortilizio di Montepò e relativa tenuta agricola e vinicola è qualcosa in più di una semplice voce. In attesa di sviluppi, sempre in tema di smentite, arriva quella della famiglia Nardi, proprietaria del castello di Bibbiano, nella campagna di Buonconvento, dichiarato monumento nazionale nel 1922.
Questo scrigno di memoria posato sulle Crete Senesi, tra vigneti e colline dal profilo perfetto, è in vendita, e da giorni circola la notizia, così come era circolata due anni e mezzo fa, che l’imprenditore sudafricano avrebbe manifestato l’intenzione di acquistarlo. Ma la famiglia Nardi nelle ultime ha negato qualsiasi contatto con Musk, per quanto lusingata assai dai rumors dell’interesse dell’uomo più ricco del mondo nei confronti del suo gioiello di pietra, che avrebbe fatto innamorare il patron della compagnia aerospaziale SpaceX nel luglio di tre anni fa durante il suo buen ritiro nel resort di Castiglion del Bosco, a pochi passi da Bibbiano.
L’ad di Tesla, che qualche anno fa si è anche regalato Network X, l’ex Twitter, portandosi a casa quindi anche una bella fetta del mondo social, non è il solo del resto ad avere messo gli occhi addosso al castello di Bibbiano, nella lista dei desideri di vip e gente dello spettacolo in genere. Come dire, insomma, che se ne intende di bellezza l’uomo nominato da Trump a capo di un dipartimento per l’efficienza governativa. Che Musk se li regali o meno, i due castelli continueranno a brillare di luce propria. Quello di Montepò, circondato da boschi e ulivi, fin dal medioevo è stato l’inespugnabile baluardo a difesa dei confini del feudo, ruolo che svolge ancora oggi proteggendo i 600 ettari della tenuta (di cui 50 con vitigni) di Jacopo Biondi Santi.
Il castello di Bibbiano, invece, è più ‘vecchio’ di qualche secolo. Di proprietà dei Guiglieschi, nel 1051 fu affidato dall’ l’imperatore Arrigo III all’Abbazia di Sant’Antimo. Poi passò in mano ai conti Cacciaconti, che nel 1197 lo donarono alla Repubblica di Siena. Più volte danneggiato, all’inizio del XVI secolo fu acquistato dal cardinale Raffaello Petrucci, che lo fece restaurare da Baldassarre Peruzzi.