PAOLA TOMASSONI
Cronaca

Nanoparticelle anti tumorali. Team di ricerca

Il sistema immunitario ci fornisce un’arma letale contro i tumori: i linfociti T citotossici (CTL). Questi riconoscono le cellule tumorali...

Il sistema immunitario ci fornisce un’arma letale contro i tumori: i linfociti T citotossici (CTL). Questi riconoscono le cellule tumorali...

Il sistema immunitario ci fornisce un’arma letale contro i tumori: i linfociti T citotossici (CTL). Questi riconoscono le cellule tumorali...

Il sistema immunitario ci fornisce un’arma letale contro i tumori: i linfociti T citotossici (CTL). Questi riconoscono le cellule tumorali in modo selettivo e le uccidono rilasciando vescicole che contengono una batteria di molecole tossiche. Purtroppo, con il tempo, le cellule tumorali mettono in atto meccanismi che sopprimono la funzione dei CTL, proteggendosi dall’uccisione. Lo sviluppo di nuove terapie contro il cancro richiede quindi da una parte una comprensione esaustiva dei meccanismi di soppressione di CTL al fine di neutralizzarli, dall’altra strategie terapeutiche non suscettibili alla soppressione.

La professoressa Cosima Baldari, docente del dipartimento di Scienze della vita dell’Università di Siena, coordina il progetto ERC Synergy su una terapia antitumorale che risponde a questo criterio, con l’identificazione di un nuovo meccanismo di uccisione mediato dai CTL, basato sul rilascio di nanoparticelle contenenti molecole tossiche, note come SMAP, le quali sono capaci di eliminare le cellule con cui vengono a contatto.

"Lo scopo – Spiega la professoressa Baldari – è caratterizzare le SMAP in modo da poterle ingegnerizzare per renderle specifiche per il tumore di interesse. Questo richiede la conoscenza approfondita delle molecole che formano le SMAP in modo da poterle modificare perché possano riconoscere le cellule tumorali. Il punto di forza di questa strategia è che le SMAP possono essere prodotte in laboratorio e non possono essere soppresse dalle cellule tumorali. Lo studio ha identificato due molecole che, una volta modificate tramite ingegneria genetica, potrebbero indirizzare le SMAP alle cellule tumorali".

Nel team di ricerca anche Michael Dustin di Oxford, Salvatore Valitutti dell’Università di Tolosa e Jens Rettig di Saarland.