Siena, 4 gennaio 2025 – Siena, in controtendenza nazionale, rialza la testa e vede risalire il numero delle nascite: al policlinico Le Scotte nel 2024 sono stati 934 i bambini nati, di cui 458 maschi e 476 femmine; 915 il numero dei parti, di cui 10 gemellari. Un piccolo passo in avanti, con 45 neonati in più rispetto ad un anno fa: nel 2023 infatti sono nati 889 bambini da 862 parti. L’anno peggiore, in termini di nascite, il 2023: nel 2022 i parti erano stati 924; e nel 2021 erano stati 974, con 1.001 bimbi nati; andando ancora a ritroso troviamo 915 nati nel 2020 e 1.021 nel 2019; dieci anni fa, nel 2015, a Siena videro la luce 1.300 neonati.
Allarghiamo il quadro, facendo i conti anche con la provincia e i due punti nascita degli ospedali Asl, di Poggibonsi e Montepulciano. A Campostaggia nell’anno appena concluso, il 2024, sono nati 468 bambini, di cui 231 femmine e 237 maschi. Il confronto col passato ci riporta al trend nazionale e alla lenta ma inesorabile diminuzione delle nascite: nel 2023 infatti a Campostaggia sono venuti alla luce 555 neonati, di cui 278 maschi e 277 femmine. Dalla Valdelsa alla Valdichiana l’andamento è simile e soprattutto nella stessa direzione: l’ospedale di Nottola nel 2024 ha contato 436 neonati, di cui 220 maschi e 216 femmine; nel 2023 erano stati 442 neonati, di cui 236 maschi e 206 femmine.
L’andamento demografico dunque vede la popolazione ‘invecchiarsi’, con meno nascite da un anno all’altro, al di là della performance senese che emerge dal confronto con l’anno ‘più buio’ (2023): “Sia Campostaggia che Nottola reggono sostanzialmente l’ondata di denatalità che colpisce il nostro paese da anni”, fa notare il dottor Flavio Civitelli, direttore del Dipartimento Materno Infantile dell’Asl Sud Est, puntando l’attenzione su un calo minore rispetto al trend nazionale.
“Per l’ospedale valdelsano – spiega il direttore – la flessione è arrivata con un anno di ritardo rispetto alle previsioni, ma era inevitabile. Entrambi i punti nascita reggono anche grazie alla capacità di attrazione che porta un buon numero di futuri genitori residenti nei territori di confine a scegliere i nostri ospedali. L’attrattività è legata essenzialmente alla qualità dell’accoglienza e delle cure prestate dai professionisti, all’umanizzazione dell’assistenza e alle politiche sull’allattamento al seno che hanno visto i due presidi porsi all’avanguardia, sia a livello regionale che nazionale. Entrambi gli ospedali hanno ricevuto l’ambita certificazione Unicef tra i primi in Italia”