Tenuità del fatto. E poi secondo la difesa il tribunale avrebbe dovuto valutare diversamente il "contesto nel quale si erano svolti i fatti, ovvero una festa, il Palio, nota anche per le sue manifestazioni irrazionali svolta con lealtà cavalleresca ed a mani". Così scrive la Corte di appello di Firenze in un passaggio delle motivazioni della sentenza di condanna nell’ottobre scorso dei 13 torraioli per i fronteggiamenti con l’Onda dell’agosto 2015. Confermato per tutti il pagamento di 150 euro di multa già deciso in primo grado. A conferma che i fronteggiamenti avvenuti per spirito di appartenenza, cosa chiara a tutti a Siena, per quell’attitudine naturale al confronto tra le Contrade durante il Palio, continuano ad essere considerati reato. E non una tradizione, come invece sono stati da sempre.
"La difesa cerca di descrivere la rissa per la quale si procede come parte di una manifestazione quale il Palio – osservano ancora i giudici – e quindi di valutare in base alle sue peculiari caratteristiche storiche e popolari, ma a fronte dei reali accadimenti per come esattamente descritti dagli stessi funzionari di pubblica sicurezza ciò non può privare il delitto per cui si procede delle sue caratteristiche di gravità e quindi della sua punibilità. Si è infatti in presenza di un delitto di rissa a cui hanno partecipato centinaia e centinaia di persone alcune solo delle quali identificate". Ricostruendo i fatti, richiamandosi a quanto riferito dai dirigenti di polizia presenti, non c’è stata per i giudici "alcuna cavalleria, alcuna manifestazione folcloristica: i contradaioli nonostante l’intervento delle forze di polizia continuavano imperterriti nella loro condotta". Che i giudici definiscono subito dopo "criminosa", termine nel quale i senesi proprio non si riconoscono quando si parla di fronteggiamenti. "Non si vede poi come il dolo possa essere definito di minore intensità perché i fatti si sarebbero svolti all’interno (o meglio dopo) la manifestazione del Palio poiché ciò non toglie niente alla precisa volontà dei gruppi contrapposti di scontrarsi e dalla pervicace volontà di continuare a farlo anche dopo l’intervento delle forze di polizia", motivano. "Quanto al pericolo venutosi a creare è sufficiente considerare il numero elevato di corrissanti (alcune centinaia), il luogo dove si svolgeva (affollato da migliaia di spettatori e turisti) e il numero delle persone ferite per sancire gravità del fatto ed entità del pericolo. Tutti gli imputati – si dice – hanno voluto scientemente partecipare a tale tipo di rissa che per le caratteristiche non permette a nessuno di usufruire dell’invocata scriminante"
La.Valde.