
"Probabilmente per i meno contatti avuti in questi due anni di pandemia e per le difese che abbiamo alzato contro il Covid, mamme e bambini hanno sviluppato meno anticorpi esponendosi oggi maggiormente ai vari virus influenzali. E’ qui la spiegazione dell’aumento e anche dell’anticipo delle bronchioliti, malattie comuni di questa stagione, che solo in pochissimi casi si rivelano pericolose", spiega il professor Carlo Valerio Bellieni, della Pediatria delle Scotte, a proposito della malattia legata al virus respiratorio Sinciziale (Vrs).
E’ quell’infezione dell’apparato respiratorio che sta portando in ospedale neonati e bimbi fino a due anni, in alcuni casi scambiata anche per Covid: la settimana scorsa il policlinico Senese ha confermato di avere 11 casi, di cui 4 accertati legati al Vrs.
C’è da preoccuparsi?
"E’ una malattia fastidiosa, una grossa influenza, che capisco preoccupi i genitori, ma non è quasi mai una tragedia: certo, attacca bambini di solito nel primo anno di vita e prende la parte più fine dei bronchi, quei rametti terminali dell’apparato respiratorio polmonare. La bronchiolite è l’infezione indotta dal virus propriamente detto ‘respiratorio sinciziale’, ma anche dal rinovirus e da virus parainfluenzali. E’ una malattia che c’è sempre stata, un virus endemico che è nella popolazione e si scatena in autunno e inverno".
Come si manifesta?
"Con febbre, tosse e una respirazione affannosa. Per i bambini a rischio, cioè i nati prematuri, quelli che hanno problematiche respiratorie, ai polmoni e quelli con cardiopatie, tutti gli anni gli ospedali, noi compresi, in questo periodo fanno prevenzione chiamandoli e sottoponendoli ad una terapia di anticorpi monoclonali".
Non è il caso di allarmarsi?
"Non è una malattia particolarmente pericolosa: nel più dei casi provoca febbre, stanchezza, affanno, ma si cura in casa e senza farmaci antivirali appositi. Ci sono casi più seri che richiedono l’ospedalizzazione e qualche giorno di ossigenazione. Casi assai rari invece richiedono la terapia intensiva: sono bimbi predisposti, con un deficit immunitario. Se in questa situazione di difese immunitarie basse al bimbo arriva un batterio può essere rischioso: la polmonite che si aggiunge alla bronchiolite può avere conseguenze serie. Per questo l’indicazione è di tenere il piccolo nel primo anno di vita al riparo da qualsiasi minaccia esterna, quindi avvicinarglisi con mascherina".
Veniamo al Covid, è in arrivo il vaccino per la fascia 5-11 anni. Cosa si sa?
"Il vaccino è lo stesso degli adulti, al momento è stato approvato Pfizer, ma in un dosaggio diverso, un terzo della normale dose. Sottolineo che non è una sperimentazione, il vaccino per i bambini è approvato. Anche se per i più piccoli, abbiamo visto, il Covid è meno pericoloso che per gli adulti, il vaccino è sicuramente meno pericoloso del virus. Nel più dei casi infatti il bambino contagiato non ha sintomi avversi o problemi, ma in alcuni casi si manifestano poliarteriti, infiammazioni delle piccole arterie dell’organismo e in qualche caso a distanza di qualche settimana malattie a polmoni e reni. Per la mancanza di effetti collaterali e per evitare complicazioni la vaccinazione anti Covid è consigliata dalle Società scientifiche e di pediatria".
Paola Tomassoni