REDAZIONE SIENA

"Noi non ci saremo. C’è troppa fretta"

La CISL non parteciperà allo sciopero generale indetto da CGIL e UIL in segno di protesta contro la manovra finanziaria. La CISL organizzerà invece una manifestazione nazionale per il 25 novembre a Roma, per migliorare la manovra.

Le bandiere della CISL non appariranno tra le sigle sindacali che aderiranno allo sciopero generale, confermato da CGIL e UIL, in segno di protesta verso la manovra finanziaria varata dal governo. Una discordanza nei modi e nei temi che, come traspare da CISL, farebbe assomigliare lo sciopero più ad una protesta politica che sulla finanziaria. "Parliamo di una manovra che non può essere analizzata superficialmente – commenta Riccardo Pucci, segretario CISL Siena -, con luci e ombre da valutare approfonditamente. Anche per noi esistono zone d’ombra sulle risorse per sanità, istruzione, enti locali, sostegno della disabilità e sblocco delle assunzioni. Il segretario nazionale ha però ritenuto di non voler impegnare i lavoratori in uno sciopero che significherebbe trattenute in busta paga in un momento di massimo aumento dei costi. La finanziaria ha i suoi difetti, neanche Confindustria è pienamente d’accordoi. Per questo motivo abbiamo deciso di indire una manifestazione nazionale per il 25 novembre: l’obiettivo non è andare allo scontro politico ma migliorare la manovra, costruendo il nuovo patto sociale".

La manifestazione impegnerà il sindacato nazionale sabato 25 novembre in Piazza Sant’Apostoli, a Roma, dove si recheranno anche due pullman in partenza da Siena. "Avevamo proposto anche a CGIL e UIL di partecipare – continua Pucci -, ma questi avevano già deciso a fine giugno di scioperare a novembre, ben prima di vedere la manovra abbozzata o compiuta. Questo non deve minare però la nostra intransigenza: anche noi pretendiamo risposte maggiori, a partire dalle pensioni. Abbiamo chiesto il ritiro delle regole di inflessibilità e delle nuove aliquote, di tutti quei trattamenti contro i pensionati e dipendenti dello Stato. Su questo siamo irremovibili, come sulla Fornero e sulla necessità di politiche attive rinnovate. Tante cose sono migliorabili; allo stesso tempo, però, è giusto guardare anche a ciò che di positivo contiene la manovra, come gli 8 miliardi per il rinnovo dei contratti pubblici a oltre 4 milioni di dipendenti".