Era venuta nella nostra provincia da un’altra regione per fare una supplenza. Un mese soltanto, nell’autunno 2020. Settimane sufficienti, così era emerso nell’inchiesta della procura, per usare con i bambini dei metodi sproporzionati, abusando dei mezzi di correzione. Un’accusa pesante che l’insegnante, quando il 22 febbraio scorso aveva testimoniato, aveva negato decisamente. "Si era coalizzati contro di me", aveva raccontato al giudice Andrea Grandinetti. "Non mi conoscevano e mi hanno accusato di una cosa che non avrei mai immaginato", aveva aggiunto raccontando di quel bambino problematico "che aveva necessità del sostegno, gli spettava". Una vicenda dolorosa per la maestra, 55 anni, difesa dall’avvocato Paola Bonomei. Che ha sottolineato ieri in udienza come la docente non abbia mai avuto problemi in nessuna scuola dove ha insegnato. E che, probabilmente, il contesto storico post covid ha pesato, nel senso che i bambini della materna non avevano ritrovato la loro maestra alla ripresa dell’attività ma una supplente. Senza contare l’assenza di riscontri oggettivi alle accuse. Il pm Alberto Bancalà ha chiesto al giudice, ora è Solivetti Flacchi, l’assoluzione per la donna perché il fatto non sussiste. Con questa sentenza si è concluso il processo.
La.Valde.