REDAZIONE SIENA

"Non ci sono problemi nelle case. Ma hanno fatto bene a chiudere istituti e università, per sicurezza"

Ecco come alcuni cittadini hanno vissuto la giornata di domenica

Cosa hanno detto Marco Marino e Camilla Marzucchi

Cosa hanno detto Marco Marino e Camilla Marzucchi

Ancora una volta, a distanza di due anni, la paura si diffonde per le vie della città. Esattamente come due anni fa, esattamente a febbraio, il terremoto ritorna a scuotere Siena. Una paura diffusa tra tutti i cittadini, ancora una volta per causa di uno sciame sismico con epicentro a Monteroni che è stato sentito e percepito da tutta la città capoluogo. Il sindaco ed il rettore hanno deciso di tenere chiuse rispettivamente Scuole ed Università in via del tutto precauzionale, per poter eventualmente intervenire qualora ci fossero problematiche di vario genere. Abbiamo sentito i cittadini, per capire come hanno vissuto la giornata di domenica, quando la terra ha tremato.

"Io me ne sono accorto dal rumore mentre ero in macchina – afferma Marco Marino, studente dell’Università di Siena – a casa non abbiamo avuto danni fortunatamente, però un po’ di paura penso sia normale". Una scelta quello di chiudere per un giorno gli edifici scolastici ed universitari che lo studente trova saggia: "Io ritengo sia una scelta più che giusta, sia per precauzione ma anche per la precarietà degli edifici pubblici, di conseguenza credo sia giusto controllare che non ci siano stati problemi".

"Io ero a casa, quella delle 19:32 l’ho sentita benissimo, fortunatamente non c’è stato nessun danno – dice Giacomo Vigni – essendo al piano terra l’ho sentito molto bene. Scuole ed Università chiuse? Sono manovre necessarie, giusta precauzione visto che gli edifici di scuola ed università sono abbastanza vecchi". Una misura necessaria dunque per tenere al sicuro i ragazzi.

"In casa non ho riportato alcun danno – afferma Camilla Marzucchi – apprezzo l’attenzione della giunta nella gestione pubblica, ma viviamo in un momento storico in cui è richiesto un eccesso di responsabilità. Secondo me era opportuno lasciare le scuole aperte, poiché qualora ci fosse un terremoto di grado importante, essere a scuola per un bambino potrebbe essere più sicuro che essere a casa vicino ad un armadio. Ritengo che dentro le scuole ci sia più sicurezza rispetto che a casa soprattutto grazie anche a piani di evacuazione nazionali sicuri per la protezione di alunni e insegnanti".

Un parere comunque valido soprattutto per quanto riguarda l’accuratezza della pianificazione delle evacuazioni sismiche che impegnano ogni anno le scuole in prove con gli studenti e il personale che ci lavora.

"Non sono favorevole in generale alla chiusura dei locali universitari – dice Niccolò Pizzatti studente dell’Università di Siena – sono stati tolti troppi servizi agli studenti dell’Università, anche la decisione di rimandare gli esami, a me ne hanno annullato uno". Una chiusura che però non riguarda solo l’Università, ma anche le scuole di ogni ordine e grado: "Ma questa volta la chiusura è stata più che giusta. Non penso che Siena e i senesi siano educati civicamente al terremoto, ma non solo Siena, penso l’Italia tutta non lo sia. Servirebbe un piano per educarci fin da bambini, non solo con la prova una volta all’anno come quando si va a scuola".

Matteo Cappelli