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"Non siamo stati mai fidanzati. Mi chiese un rapporto hard core"

Studente universitario accusato di violenza sessuale per un bacio non voluto: racconta la sua versione dei fatti. La giovane fece anche un test di gravidanza per capire se dopo i rapporti avuti fosse in attesa di un figlio . .

Due studenti dell’Ateneo protagonisti del caso in una residenza universitaria (foto archivio)

Due studenti dell’Ateneo protagonisti del caso in una residenza universitaria (foto archivio)

di Laura ValdesiSIENAUna testimonianza ’forte’. Oltre un’ora in cui è stato sviscerato il rapporto fra i due studenti, quando entrambi vivevano in una residenza universitaria della nostra città. Lei parte civile, lui imputato di violenza sessuale per un bacio non voluto dalla ragazza. Comportamento che, come noto, rientra nella fattispecie dell’articolo 609 bis del codice penale. La deposizione dell’uomo è durata oltre un’ora, prima sollecitato dalle domande del suo difensore, l’avvocato Domenico Carello, quindi del pubblico ministero Serena Menicucci e di Claudia Bini, legale della parte civile.

"Se ho avuto rapporti sessuali con lei? Il primo il 22 ottobre 2022, in camera mia, nella residenza. L’altro il giorno seguente", esordisce l’imputato. Aggiungendo che ce ne sarebbe stato anche un terzo, a fine novembre. L’incipit di una deposizione nella quale viene fornita un’altra versione dei fatti, che contrasta con le testimonianze già arrivate in aula nel novembre scorso. E, appunto, con la versione della studentessa. L’uomo sostiene che sarebbe stata la giovane, dopo il primo rapporto a mandargli un messaggio invitandolo ad andare nella sua camera. Dove, come chiarisce al presidente del collegio Fabio Frangini, era rimasto a dormire. E sarebbe stata a suo dire proprio la parte offesa a dirgli che desiderava un rapporto hard core.

Vengono passati in rassegna una serie di messaggi in lingua straniera fra i due protagonisti di questa vicenda, trascritti da un perito incaricato dal tribunale. Quello in cui lo invitava a trascorrere un giorno con lei a Roma lui non aveva potuto partecipare. Un altro per fare colazione insieme. Uno dei messaggi svela che lei aveva comunicato di non aspettare un bambino a seguito dei rapporti avuti. "Le faceva male la pancia, suggerii di fare un test", argomenta l’imputato.

"Non siamo mai stati fidanzati. Fin dal primo giorno aveva detto che ero troppo giovane per lei". Per fare sul serio, intende. "Ma era gelosissima", aggiunge. Considerazione che emerge anche nelle testimonianze successive, di giovani che nel 2022 vivevano nella stessa residenza universitaria. E quando il pubblico ministero chiede "se andava a bussare alla camera della ragazza nudo" ribatte pronto: "Ha inventato tutto". Ancora il pm Menicucci: "Si è inventata tutto, secondo lei, per coprire la cosa con il fidanzato?". L’avvocato di parte civile Bini fa riferimento ai segni intorno al collo della ragazza. Non erano dovuti alla stretta delle mani, rivendica l’imputato, si trattava di quelli che vengono definiti una sorta di ’marchio d’amore’. Ribadisce, più volte, che della ragazza era amico.

Tocca agli altri giovani della residenza testimoniare. Confermando al collegio che la studentessa era molto gelosa dell’imputato, di averla vista nel suo letto coperta dalle lenzuola fino al collo. Poi la riunione fra studenti, già al centro dell’ultima udienza, nel quale era emerso che avrebbe ricevuto molestie. Si parlò di un portiere, si ripete ancora una volta in aula.

"L’istruttoria è chiusa", annuncia poi il presidente Frangini. Fissando a marzo l’udienza per le richieste del pm e l’arringa della difesa. Probabilmente arriverà anche la sentenza su questo bacio non voluto, uno dei casi che aveva spinto il rettore dell’Ateneo Roberto Di Pietra ad inviare un messaggio a tutta la comunità accademica su ’recenti episodi di violenza di genere’ su cui era necessario che l’intera comunità si interrogasse.