PAOLO BARTALINI
Cronaca

Non solo arte, lavorare la creta è terapia

Il progetto della ’Riuscita sociale’ che coinvolge tanti ragazzi con disabilità. A dicembre le occasioni per comprare le loro companelle

Non solo arte, lavorare la creta è terapia

Le opere create dai ragazzi di ’Riuscita Sociale’

A Villa Betlemme, poco fuori Porta Romana, si respira un clima di pace e serenità, e l’atmosfera è piacevolmente colorata dai riflessi di centinaia e centinaia di pezzi d’arte unici, ceramiche ideate e dipinte dai ragazzi della cooperativa ‘Riuscita sociale’. "Noi siamo nati con l’idea della lavorazione della creta, perché da sempre la psichiatria afferma che usando le mani e concentrandosi sulla lavorazione la mente si allontana dalle proprie fobie, allentando le tensioni e liberando la creatività – ha spiegato Francesca Vannozzi, volontaria della cooperativa -. Ai ragazzi facciamo fare lavorazione della creta in oggetti e poi il decoro degli stessi, possono creare quello che vogliono".

La cooperativa è nata nel 1980 per iniziativa di un gruppo di operatori dell’ex ospedale psichiatrico San Niccolò. Oggi accoglie persone diversamente abili che, coadiuvate da educatori e maestri d’arte, realizzano opere di notevole pregio artistico. "Attualmente abbiamo circa venti inserimenti socioterapeutici – ha detto Vannozzi -. Si tratta di giovani, un tempo erano giovanissimi ed ora son diventati giovani, perché si tratta di un percorso lungo. Molti arrivano giovanissimi e poi continuano a venire, spesso con miglioramenti incredibili".

Oltre ai numerosi volontari e al presidente Giovanni Iannone alla cooperativa ‘Riuscita sociale’ lavorano tre insegnanti di ceramica e un torniante. C’è poi un gruppo di volontari che gestisce esclusivamente gli stand della cooperativa: il 13 dicembre, ad esempio, saranno a Santa Lucia, con una produzione dedicata alle campanelle con i colori delle Contrade del Palio di Siena, mentre i primi tre sabati di dicembre Villa Betlemme sarà aperta e sarà possibile andare sul posto ad acquistare ceramiche d’arte e fare regali di Natale. "Normalmente a venire a seguire un percorso qui sono soggetti già sotto assistenza, che vengono mandati dal dottore di riferimento quando intuisce la presenza di velleità artistiche e la possibilità di miglioramento data dal perseguirle, e decide di avviare questo inserimento socioterapeutico – ha spiegato Vannozzi -. Noi abbiamo come referenti la salute mentale e la psichiatria". Il percorso dura molti anni ma dà concreti benefici ai soggetti che lo portano avanti. "Noi assistiamo ad un aumento dell’autismo – ha spiegato Vannozzi -. Abbiamo moltissimi ragazzi autistici, su cui i laboratori di ceramica, in questo ambiente, che è sicuro e tranquillo, danno risultati incredibili. I ragazzi vivono un clima di serenità che spesso prima non avevano mai conosciuto"

Eleonora Rosi