
«Non una di meno» ha manifestato in piazza contro i femminicidi
In duecento in piazza per manifestare contro i femminicidi di Sara Campanella e Ilaria Sula. "Volevamo essere qui oggi per rompere l’indifferenza che uccide le donne, che permette ad un sistema drogato di colpevolizzarle - ha commentato Maria Laura Cavallari, attivista di Non una di meno Siena -. Dobbiamo sentirci tutti responsabili, il che non significa sentirci colpevoli, ma riconoscere consapevolmente e pro-attivamente il peso che ognuno di noi ha all’interno del sistema, e assumersi la responsabilità delle proprie azioni e delle conseguenze". In piazza Tolomei, al presidio organizzato da ’Non una di meno Siena’, si sono alternati gli interventi e le grida di dolore dei partecipanti, che hanno poi concluso la manifestazione con un minuto di rumore in ricordo delle vittime. "Auspichiamo ad essere sempre di più o, quantomeno, ad una consapevolezza che sia condivisa e che sia un’acquisizione stabile, perché sull’onda del sensazionalismo e dell’emotività, anche foraggiati naturalmente dalla narrazione mediatica, è facile scendere in piazza ed è facile dimostrare la propria indignazione - ha detto Cavallari -. Ma quello di cui abbiamo bisogno è invece educazione civica, il senso di responsabilità nei confronti di altri esseri umani. Il primo errore è pensare che si tratti di un problema delle donne. Statisticamente in queste manifestazioni in piazza ci sono sempre meno uomini a partecipare, e nei grandi numeri che si registrano la maggior parte è donna. Il problema è sentito come specificità femminile, quando in realtà si tratta di un problema di rapporti e di rispetto". Ad onor del vero è doveroso confermare quanto detto dall’attivista di ’Non una di meno’: delle duecento persone scese ieri in piazza a Siena la stragrande maggior parte erano donne. "E’ necessario fare rumore e dare voce a tutte quelle donne a cui è stata tolta e sono vittime di chi doveva amarle - ha commentato la segretaria provinciale della Cgil Alice D’Ercole, presente per l’occasione al presidio in piazza Tolomei -. Certe dinamiche da eliminare sono figlie di una società in cui le donne sono sottomesse a una cultura patriarcale che le vuole non emancipate nei luoghi di lavoro, per cui si lavora solo in quei settori a meno valore aggiunto e sottopagati, senza fare carriera".
Eleonora Rosi