Era accusata di non aver versato all’Inps le ritenute previdenziali ed assistenziali effettuate sulle retribuzioni dei lavoratori che aveva alle proprie dipendenze. Violando dunque l’articolo 2 del decreto legislativo 463 dell’83. La cifra? Più di 13 mila euro, dunque oltre la soglia di punibilità che è di 10mila, relativi all’anno 2018.
A finire sotto la lente degli investigatori era stata la rappresentante legale di una nota azienda biologica di Pienza, 63 anni, originaria della Svizzera ma da tempo residente in Val d’Orcia. Era arrivato il decreto penale di condanna nel novembre scorso ma la ditta, difesa dagli avvocati Alessandro Betti e Andrea Vichi, si è opposta. Di qui il giudizio immediato che si è celebrato qualche giorno fa davanti al giudice Andrea Grandinetti. Il pm aveva chiesto la condanna a 4 mesi di reclusione e 130 euro di multa. Il tribunale ha rilevato che in effetti le ritenute non sono state versate. Tuttavia, come sostenuto anche dalla difesa, c’è un’oggettiva tenuità del fatto. Per questa ragione l’imprenditrice è stata assolta. Grandinetti ha anche tenuto conto che l’imputata ha fatto istanza di ’tregua fiscale e rateizzazione’, dopo l’accaduto.