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Note e vita, la lezione della Chigiana. Tashko incanta anche gli studenti

Concerto al Teatro dei Rozzi su musiche di Bach e Chopin fino a Jobim: un invito all’ascolto e all’insolito

Kostandin Tashko e Stefano Jacoviello, responsabile progetti culturali della Chigiana

Kostandin Tashko e Stefano Jacoviello, responsabile progetti culturali della Chigiana

Sala buia del Teatro dei Rozzi: il precoce talento del pianista Kostandin Tashko esegue una partitura di Johann Sebastian Bach, che ha modo di riportarci nella futuribile atmosfera di ’Solaris’ di Andrej Tarkovsij. Ma non siamo di fronte a un evento ’normale’, se di consuetudine si può parlare per Micat in Vertice dell’Accademia Chigiana.

Sono le 11,30 del mattino: la platea e i palchetti sono occupati da giovani e giovanissimi studenti delle scuole senesi. La sera invece il vero e proprio concerto, adesso un invito alla bellezza, al poco consueto per tanti ragazzi, abituati non solo ad altri suoni, ma soprattutto a un approccio diverso all’ascolto, alla riflessione oltre il quotidiano usa & getta della musica.

Ancora una volta quello che può apparire scontato, portare i giovani alla scoperta di altri universi che invitano alla riflessione prima che all’ascolto, appartiene alla Chigiana, un motore inesauribile oltre ogni opinione che si può avere di un calendario, di un’esecuzione. E’ tra le migliori espressioni di una città.

Stefano Jacoviello, docente di Semiotica della cultura e responsabile dei progetti culturali della Chigiana, incanta i ragazzi nel raccontare l’avventura di certe partiture che si mischiano nel tempo, si trasformano, ma soprattutto evocano la parola magica della mattinata, quel sentimento che agita autori ed esecutori e che soprattutto non ha tempo, epoche, non chiede permessi ai confini, alle dogane.

Abituarsi al bello è uno slogan che negli educatori dovrebbe essere una sorta di parola d’ordine: scorrono attraverso il talento di Tashko, dapprima quelle melodie dei preludi corali che Bach ha preso in prestito da canti liturgici tradizionali e che poi arrivano all’oggi. I giovani fanno subito silenzio, non accendono telefonini, c’è posto solo per la musica che arriva al cuore, un suono nuovo, poco ricorrente nel loro mondo, lo si capisce quando non aspettano l’ultima nota per applaudire. Anche questa, è una lezione di vita prima che di musica.

E che le note siano un universo circolare lo dimostra subito, con profonda semplicità, quando Tashko esegue ’Insensatez’, canzone degli anni Sessanta di Vinicius de Moraes e Carlos Jobim, ripresa dal Preludio op.28 di Chopin. Così il "tesoro" di avere un altro giovane come Kostantin Tashko, diventa ulteriore ricchezza nell’offrirlo ai giovani della città oltre al pubblico degli appassionati. Un mecenatismo non sempre ricorrente: qualcun altro ne prenda esempio e porti ai giovani altri talenti anche di altri generi musicali.

Massimo Biliorsi