REDAZIONE SIENA

"Nottola, non toccate quei nidi di rondine"

La rabbia di alcuni operatori per il fatto che vengono distrutti. E con essi anche le uova.

"Nottola, non toccate quei nidi di rondine"

Forse a qualcuno vedere quei nidi di rondine proprio non va giù, tanto da decidere di riservargli un destino ingiusto. Ma la cosa non è passata inosservata perché la sensibilità di alcune persone, che lavorano all’ospedale di Nottola, si è sentita calpestata tanto che alla nostra redazione è arrivata una lettera per far sentire la propria voce e mettere in evidenza l’accaduto. Con la speranza che sia davvero l’ultima volta. "Siamo dipendenti presso il P.O. di Nottola, ci troviamo a scrivere perché ormai indignati da alcuni eventi che con troppa frequenza si sono manifestati nel corso di questi ultimi anni. In questo periodo l’arrivo delle rondini si fa sentire, coppie fedeli tornano sempre nel parcheggio interrato nidificando con vivace operosità. Dal lato del parcheggio dei dipendenti, dal quale si accede in auto attraverso una sbarra attiva tramite badge, è collocato l’ingresso per accedere agli spogliatoi, proprio qui, e dal lato diametralmente opposto, da qualche anno i nidi di rondine vengono distrutti con tanto di uova". Un episodio che si sarebbe ripetuto anche ieri mattina. La mobilitazione aveva già trovato un appoggio importante, come specificato nella lettera: "L’azienda, che ringraziamo, a seguito delle nostre dimostranze, ha inviato la settimana scorsa una mail a tutto il personale della struttura ospedaliera per la salvaguardia e tutela delle rondini e dei loro nidi, che però non ha scaturito nessuno effetto migliorativo, proprio perché anche questa mattina la cosa si è riverificata". Sentita telefonicamente, una persona che lavora all’ospedale di Nottola ci dice che "servirebbe qualche misura in più, delle telecamere, dei cartelli. Speriamo che far conoscere l’episodio ci possa aiutare nel nostro obiettivo, nonostante la richiesta di non avvicinarsi ai nidi c’è chi continua a farlo. Sono anni che episodi del genere si verificano".

Luca Stefanucci