E’ arrivato il nullaosta per la restituzione ai familiari della salma di Nicolas Mattia Del Rio, il 40enne argentino scomparso lo scorso 22 maggio mentre era al lavoro per consegnare un carico di borse griffate. Tanti mesi, ne sono trascorsi quasi sei, dall’autopsia eseguita sul corpo del giovane corriere. Tempo necessario per eseguire tutti gli accertamenti, compreso il Dna, per avere certezza che quel corpo, rinvenuto in fondo a un pozzo, era quello di Nicolas. In precedenza questa certezza non era stato possibile averla per una serie di concause.
Per i funerali il sindaco di Abbadia San Salvatore, Niccolò Volpini, ha rinnovato la piena disponibilità del Comune a collaborare con la famiglia. Ma, secondo le prime indiscrezioni, la famiglia sarebbe orientata a tumulare la salma del giovane in forma privata e in una località diversa (forse riportare Nicolas in Argentina) da Abbadia San Salvatore, dove il 40enne risiedeva insieme alla moglie Carolina e al piccolo figlio. Una decisione definitiva non sarebbe stata ancora presa, anche perché il padre di Nicolas, Edoardo, si trova, per impegni di lavoro, negli Stati Uniti. E’ una tragica pagina di cronaca nera quella che ha investito l’Amiata per molto tempo, coinvolgendo emotivamente tante persone che avevano conosciuto e apprezzato Nicolas. Il fatto, come accennato, è avvenuto il 22 maggio. Il dipendente di una nota pelletteria di Piancastagnaio si era recato, con diverse centinaia di pregiate borse, a Castel del Piano, versante grossetano dell’Amiata, per consegnare le borse. L’ultima telefonata di Nicolas, in base ai tabulati, sarebbe stata quella con il suo datore di lavoro. Poi di lui più nessuna traccia. Fin quando non è stato ritrovato il furgone su cui viaggiava bruciato, non molto distante da Castel del Piano. L’impegno e la capacità investigativa dei carabinieri di Grosseto, di quelli della Compagnia di Pitigliano, e della Tenenza di Arcidosso (tutti competenti per territorio), coordinati dalla procura della Repubblica, hanno portato, poco più di un mese dopo dalla scomparsa, alla prima importante svolta: l’arresto di tre extracomunitari, residenti a Castel del Piano e Arcidosso. Tutti accusati di rapimento, sequestro di persona, omicidio, occultamento di cadavere e di altri reati, tutti in concorso. Indagate, per favoreggiamento, anche tre donne. A pochi giorni da questa svolta nell’inchiesta avviene il ritrovamento del corpo di Nicolas. Era stato gettato nel pozzo di una casa che si trova in una zona tra i due paesi, dove risiedevano i tre arrestati che si trovano tutt’ora in carcere.