ORLANDO PACCHIANI
Cronaca

Alle Scotte 924 parti in un anno. Sono i figli della generazione Covid

Severi, direttore dell’Uoc di Ostetricia: "Dal 2008 in Italia calo costante, ma a Siena siamo soddisfatti". Il dato generale diminuisce del 5 per cento rispetto al 2021 quando le nascite invece furono 1001

Alle Scotte 924 parti in un anno. Sono i figli della generazione Covid

Siena, 30 dicembre 2022 - Per la contabilità definitiva del 2022 mancano in realtà le ultime 48 ore, ma il dato può considerarsi ampiamente consolidato: dopo il ritorno ai numeri pre Covid del 2021, quest’anno le nascite al policlinico di Santa Maria alle Scotte faranno registrare una lieve flessione, intorno al 5 per cento rispetto allo scorso anno quando i parti furono 974 per 1001 nascite. Il parziale non ancora ufficiale è di 924 parti, con una lieve prevalenza di neonate femmine rispetto ai maschi. "Una lieve riduzione in linea con la tendenza a livello nazionale. Non avevamo pagato la continua discesa di nascite nel 2021, qualcosa perdiamo quest’anno ma siamo ampiamente nella media e soddisfatti del lavoro svolto" spiega Filiberto Maria Severi, direttore dell’Uoc Diagnosi prenatale e ostetricia dell’Azienda ospedaliero-universitaria Senese.

Quando parla di tendenza generale in calo, a che numeri facciamo riferimento?

"Dal 2008 a oggi, in Italia le nascite fanno registrare il segno meno ogni anno. In numeri assoluti, nel 2008 nascevano 577mila bambini in Italia, nel 2021 ne sono nati 399mila, una tendenza che ha inevitabilmente coinvolto tutte le strutture".

Come prosegue la gestione Covid del percorso nascita?

"I protocolli sono ormai definiti e rodati, ci sono due percorsi completamente separati tra Covid positivi e negativi. A oggi non c’è stata diffusione del virus all’interno del reparto, sia tra gli operatori sia tra le pazienti. E questo è un risultato da sottolineare con forza. Tutto questo, come il resto, grazie al lavoro delle ostetriche, dei colleghi, della direzione aziendale: i risultati si ottengono solo con una équipe dinamica fondata su partecipazione e responsabilità di tutti e a tutti i livelli".

A quale prezzo per le famiglie dei nascituri?

"Certo, è stato necessario introdurre delle limitazioni: sono state inibite le visite per esempio ai nonni, i padri o gli accompagnatori hanno dovuto effettuare il tampone e in alcuni casi non hanno potuto assistere al parto. Sappiamo bene che sono rinunce importanti, ma l’obiettivo primario era e rimane evitare la diffusione del virus nella struttura e soprattutto il contagio di madri e neonati".

Quanti parti di madri positive si sono verificati?

"Sono stati 25, ma come detto le procedure di assistenza sono ormai rodate. Il momento più complesso è gestire l’arrivo di coppie senza tampone, ovviamente la maggioranza: la fase dell’accettazione e dell’effettuazione del controllo anti Covid è quella più complessa da gestire, anche se ora i tempi si sono notevolmente ridotti".

Quanto è importante, nella valutazione generale di un ospedale, il percorso nascita?

"È un biglietto da visita fondamentale per ogni struttura, non a caso è inserito tra i sette parametri base nei sistemi di valutazione di ogni struttura dall’Oms. Anche questo dà peso al nostro lavoro quotidiano e lo gratifica".

È in programma una profonda riqualificazione del policlinico, cosa si aspetta?

"Io sono partito dalla Salus, questa idea di trasformazione mi entusiasma e mi dispiacerà andare in pensione senza poterla vivere. Il programma presentato dal direttore generale disegna una modernizzazione del sistema che consentirà agli operatori e agli utenti di avere spazi in linea con i prossimi anni".