REDAZIONE SIENA

Oggi presidio davanti alla Pramac. Chiesta la rimozione degli striscioni

La Fiom Cgil ha indetto per oggi un presidio davanti ai cancelli dell’azienda alla PR Industrial – Pramac di Casole...

La Fiom Cgil ha indetto per oggi un presidio davanti ai cancelli dell’azienda alla PR Industrial – Pramac di Casole...

La Fiom Cgil ha indetto per oggi un presidio davanti ai cancelli dell’azienda alla PR Industrial – Pramac di Casole...

La Fiom Cgil ha indetto per oggi un presidio davanti ai cancelli dell’azienda alla PR Industrial – Pramac di Casole d’Elsa. La contestazione è per quello che viene definito "un atto antisindacale gravissimo", perché l’azienda aveva diffidato a rimuovere bandiere e striscioni (che non sono stati rimossi come erroneamente scritto ieri, ndr) affissi dalla stessa sigla davanti ai cancelli dell’azienda per protestare per la rottura delle trattative per il rinnovo del Contratto collettivo nazionale del lavoro. Per la Fiom Cgil si è trattato della lesione del "legittimo diritto a mobilitarsi per vedere riconosciuti i propri diritti di lavoratrici e lavoratori e ricorda che lo sciopero e la sua manifestazione è un diritto sancito dalla Costituzione, che non può essere violata neanche dai padroni!". Così oggi dalle 13 alle 14 ci sarà un presidio davanti all’azienda. Alle parole del sindacato non si sono fatte attendere quelle dell’azienda: "Come già comunicato nella lettera inviata al delegato Fiom-Cgil, l’affissione non autorizzata di uno striscione sindacale sul perimetro aziendale rappresenta una chiara violazione delle normative vigenti e delle disposizioni aziendali in materia di comunicazione sindacale. Pramac ha messo da sempre secondo la legge e d’accordo con le Rsu a disposizione specifici spazi aziendali per l’affissione dell’attività sindacale". Nello specifico, aggiunge Pramac, "la richiesta di rimozione del materiale affisso ai cancelli dello stabilimento non rappresenta in alcun modo un atto antisindacale né un tentativo di intimidazione nei confronti delle rappresentanze dei lavoratori ma una legittima richiesta ai sensi della legge e del buon senso".