Giovanni Pellicci
Cronaca

Olio, è la stagione della ripresa. Raccolta in crescita, qualità ottima

Dopo il 2023 segnato dal calo della produzione, si preannunciano rese positive anche se diversificate per zona. Prezzi probabilmente in leggera discesa. Le preoccupazioni principali sono per l’instabilità climatica

Raccolta delle olive condizionata in questi giorni dalle piogge, ma il raccolto sarà in crescita dopo il 2023 negativo

Raccolta delle olive condizionata in questi giorni dalle piogge, ma il raccolto sarà in crescita dopo il 2023 negativo

Siena, 27 ottobre 2024 – Con le uve in cantina, è tempo di pensare alle olive. Meteo permettendo però, perché la pioggia costringe a temporeggiare ancora. Le notizie sull’extravergine 2024 sembrano positive: sia quantità che qualità andrà meglio rispetto al 2023 ma i numeri cambiano da zona a zona per i vari microclimi.

“Abbiamo dati a macchia di leopardo – spiega Simone Solfanelli, direttore di Coldiretti Siena che ha circa un migliaio di soci sul territorio che producono extravergine – intorno a Siena la produzione sarà scarsa mentre va meglio in provincia, con le zone di Trequanda e Pienza che dovrebbero registrare +20 per cento. Il tema principale è la resa che, a causa del grande caldo estivo, è bassa: c’è chi sta aspettando a raccogliere proprio per frangere di più ma è dura. A fronte di questo però abbiamo un olio molto buono”.

“Dai nostri associati arrivano segnali di ripresa rispetto allo scorso anno – spiega Gianluca Cavicchioli, direttore di Confagricoltura Toscana –, l’andamento stagionale è stato più regolare e le aziende dovrebbero raccogliere di più rispetto al 2023. Tra i nostri associati abbiamo oltre 600 aziende produttrici di olio: ci arrivano buone indicazioni”.

La raccolta è nel vivo; è una stagione che ci permetterà di recuperare dal punto di vista della quantità in particolare dove lo scorso anno la produzione è stata molto scarsa o scarsissima – spiega Fabrizio Filippi, presidente Consorzio di Tutela Toscano Igp che quindi ha una fotografia più ampia del territorio e conta circa 800 produttori che certificano la Igp sul senese –. Dal punto di vista qualitativo avremo un olio davvero interessante con il tipico carattere toscano. Prevediamo a livello generale un aumento medio tra il 35 e il 40 per cento della produzione di olio nella nostra regione”.

Determinanti le condizioni climatiche. “Quello che ci preoccupa oggi non è tanto il mercato – osserva Filippi – ma l’incostanza delle annate olivicole per effetto dei cambiamenti climatici che non garantiscono, insieme alla costanza produttiva, la redditività economica sufficiente alle imprese aumentando il rischio di abbandono del territorio”.

Infatti, l’altro tema chiave per garantire la sussistenza della filiera è la remunerazione del raccolto. Nel giro degli ultimi anni, a livello regionale, sono mille gli ettari di superfici a oliveto persi.

“C’è da fermare l’emorragia di abbandoni e continuare a spingere sul ricambio generazionale – aggiunge Filippi –. Le denominazioni sono l’unico strumento che permette alle aziende di spuntare una maggiore remunerazione”.

“Quest’anno i prezzi dovrebbero scendere leggermente rispetto allo scorso anno – aggiunge Cavicchioli – proprio per la maggior reperibilità di olive, ma su cifre che dovrebbero comunque mantenersi su livelli remunerativi per gli addetti”.