MASSIMO BILIORSI
Cronaca

Omaggio al gioco della pallacorda. Nel cuore della Contrada del Drago il vicolo che celebra questo sport

Il 6 febbraio, alle 18, ad ingresso libero, incontro "Giacomo Leopardi fra la Pallacorda e il Gioco del Pallone". Partecipa Raffaele Ascheri, presidente della Biblioteca degli Intronati, coordina Laura Bonelli .

Museo del Costume nella contrada del Drago

Museo del Costume nella contrada del Drago

Protagonista sarà il gioco della pallacorda, l’antenato diretto del tennis moderno, che ebbe la sua grande consacrazione nel 1740 a Fontainebleau, nel primo campionato del mondo della storia dello sport internazionale. Nel cuore della Contrada del Drago ecco un vicolo che celebra questo gioco, che sarà anche protagonista di una serata: continuano infatti gli appuntamenti organizzati per la città dalla Commissione Cultura della Contrada di Camporegio, chiamati "Giovedì in Galleria", nei locali della Galleria dei Costumi in via del Paradiso 21.

Il 6 febbraio, alle 18, ad ingresso libero, si svolgerà l’incontro "Giacomo Leopardi fra la Pallacorda e il Gioco del Pallone", a cui parteciperà Raffaele Ascheri, presidente della Biblioteca Comunale degli Intronati e autore del volume "Giacomo Leopardi una biografia non autorizzata". Coordinamento dell’evento a cura di Laura Bonelli. Lo stesso Ascheri sottolinea: partendo dal canto "A un vincitore nel pallone" del 1821, parlerò del poco noto rapporto fra Leopardi e lo sport. Tema assai interessante, perché c’è un Leopardi - davvero poco conosciuto - che esalta l’attività fisica, soprattutto vista in un contesto militare e guerriero: un Leopardi, fra le altre cose, in aperta contraddizione con la lettura irenistica che viene data de "La ginestra" e due altre sue opere". Uno sport, quello della pallacorda, che fu anche gioco olimpico, anche se in una sola edizione dei Giochi, quella del 1908 a Londra. Un gioco curioso che avrà poi diverse implicazioni e derivazioni, ci si chiede la ragione esatta della scelta per la denominazione di questo vicolo. Quello che è certo che durante il Rinascimento si diffuse molto nel nostro paese, tanto che è celebre la pubblicazione del 1555 di Antonio Scaino del "Trattato del giuoco della palla", diventando assai popolare nel secolo successivo, popolare ma anche professionistico, con migliaia di appassionati a cui era consentito scommettere sui giocatori.

Chissà se al posto del vicolo ci sia stato un campo: la "courte paume" è giocata infatti in un locale chiuso lungo 30 metri e largo 12, con rete divisoria alta 0,92 metri al centro e 1,50 ai lati. Si doveva fare passare la palla attraverso ostacoli, porte e gallerie, secondo un antico regolamento. Questa varietà di gioco ha due specialità: una si pratica con la mano e l’altra con racchetta introdotta dai primi anni del XVI secolo.

Massimo Biliorsi