LAURA VALDESI
Cronaca

Omicidio di Largo Sassetta, i gioielli della vittima in aula. “Sapevano del tesoretto in casa”

Il vice questore aggiunto Signorelli ha ricostruito l’inchiesta dal rinvenimento del cadavere: "Supina sul letto, sangue sul viso, segni sotto il mento". Indagati tra intercettazioni e paure

La polizia davanti al palazzo di Largo Sassetta la sera del 27 settembre 2022

La polizia davanti al palazzo di Largo Sassetta la sera del 27 settembre 2022

Siena, 19 settembre 2023 – Soldi, collane, gioielli. Affitti in nero, immobili. Parole che hanno costellato le quattro ore di testimonianze nel processo d’Assise per il delitto di Largo Sassetta del 26 settembre scorso. Neppure un anno fa Anna Maria Burrini, 81 anni, "che in passato ha avuto un negozio in centro a Siena e faceva la sarta" racconta la nipote in aula, venne trovata strangolata nella sua casa all’ultimo piano della palazzina a due passi da Porta Ovile. "Ma il laccio non è mai stato trovato, così come la chiave della sua stanza nell’appartamento e il cellulare", conferma il vice questore aggiunto Riccardo Signorelli, capo della Mobile di Siena. Lui e la nipote della vittima, Cristina Luzi, i testimoni chiave dell’udienza fiume terminata ieri alle 14.35 che vedeva imputati, entrambi presenti in aula, zio e nipote ucraini, 39 e 25 anni, che vivevano a Badesse e ora sono in carcere per una rapina sfociata in omicidio, secondo la procura.

“Movente di tipo economico", ribadisce Signorelli che per due ore e mezzo ricostruisce in modo certosino l’inchiesta e svela retroscena, sollecitato dal pm Sara Faina. "Erano andati a casa della pensionata con la scusa di acquistare un fondo che voleva vendere di cui sono state recuperate le foto, cancellate, dal cellulare della nipote", spiega. Volevano portare via soldi e ori che, ormai si era sparsa la voce, teneva in casa. Mettendo una sostanza, il dimedrol, sonnifero non venduto in Italia, nel succo di frutta comprato al supermercato vicino all’abitazione. "A dare l’allarme era stato l’inquilino della 81enne che affittava le stanze in nero. Quando i pompieri aprirono la porta di quella dell’anziana era supina sul letto, aveva chiazze di sangue sul volto e segni sotto il mento che facevano presumere strangolamento con dei lacci", svela il vice questore. Che parla di "confusione terribile all’interno", confermata da tutti. "L’ora della morte? Tra le 13 e le 15 del 26 settembre, l’indicazione del medico legale", dice declinando l’attività investigativa svolta. Compreso il tour de force di lavoro in questura per battere il ferro caldo delle indagini. Rivelando al presidente della Corte, Roberto Carrelli Palombi, di quando l’imputata in una stanza della questura che era stata attrezzata per intercettazioni ambientali audio e video, "aveva scritto in un foglio a lapis, facendolo vedere a zio e compagno, poi sequestrato alla donna, come rispondere ad alcune domande". I tre sapevano che Anna Maria Burrini teneva in casa un bel gruzzolo, sostiene la polizia. I telefoni di zio e nipote, quest’ultima addetta alle pulizie nelle filiali bancarie per una società, dalla mattina al pomeriggio agganciavano la stessa cella telefonica della vittima, svela il capo della Mobile. Raccontando anche di una chiamata dove la nipote diceva per esempio allo zio ’ho visto un’auto fuori da casa mia, mi sa che mi controllano’. Si parla di notizie apparse sui giornali. Avevano seguito la pista dei gioielli, i poliziotti. Signorelli mostra in aula alcuni ori della pensionata che avevano recuperato nei giorni immediatamente successivi al delitto. E che le sono costati probabilmente la vita. Emerge che la madre dell’ucraino, indagata ma non nel processo d’Assise, "era andata con lui ad un compro oro venendo ripresi dalle telecamere. La donna versava l’anello, il figlio aspettava fuori". Signorelli mostra l’oggetto. Come fa con gli altri recuperati invece a un compro-oro a Poggibonsi, in particolare due bracciali del peso di 16 grammi per cui il 39enne aveva ricevuto 480 euro. Appartenuti ad Anna Maria Burrini. Come la collana ritrovata dentro il barattolo d’orzo di un appartamento di San Miniato, divisa in tre pezzi, del peso di 81 grammi (valore intorno ai 20mila euro), costata l’arresto ad un giovane che ha già patteggiato. "La nipote dell’anziana ci aveva inviato una foto, l’abbiamo riconosciuta e anche lei", spiega Signorelli. L’oggetto spunta in aula. "Ci è stato detto che era stata ritrovata dentro uno scooter che non apparteneva al compagno dell’imputata – spiega il vice questore aggiunto – ma in passato sarebbe stato da lui utilizzato". La notizia del rinvenimento dell’oggetto prezioso aveva causato reazioni preoccupate al telefono di uno degli indagati.

La scia dei soldi, si diceva. Sollecitato dall’avvocato Francesco Paolo Ravenni che assiste la 25enne ucraina mentre Alessandro Buonasera lo zio, Signorelli spiega che nell’estate 2022 la pensionata era stata derubata di 23mila euro dicendo all’inquilino che il 27 settembre scorso dette l’allarme di avere lì in realtà circa 80mila euro. In aula testimoniano anche un poliziotto delle Volanti e un vigile del fuoco, poi il rinvio al 2 ottobre per ascoltare 13 persone fra cui la straniera che aveva vissuto in estate da Anna Maria.